Bio e Natura

Svelata l’origine del batterio che causa il cancro dell’actinidia

La scoperta è dell'Università della Tuscia. I ricercatori ritengono probabile che il batterio sia stato importato dalla Cina in Italia e dalla Cina in Nuova Zelanda, in modo indipendente

12 maggio 2012 | Graziano Alderighi

La domanda sempre più ricorrente dal 2008, per tutti gli operatori della filiera Actinidia/Kiwi, oggi, trova risposta concreta. Lo studio, è stato sviluppato dal Gruppo di Fitobatteriologica del Dipartimento di Scienze e Tecnologie per l’Agricoltura, le Foreste, la Natura e l’Energia, DAFNE, dell’Ateneo di Viterbo ed è stato coordinato dal Prof. Giorgio M. Balestra e dal Prof. Boris A. Vinatzer della Virginia Tech University, USA.

La ricerca, finanziata dal Ministero Italiano delle Politiche Agricole e Forestali (MIPAAF), ed in parte in virtù di un’ampia collaborazione tra i ricercatori dell’Ateneo della Tuscia e differenti gruppi di ricerca di Università Internazionali (Virginia Tech, USA; Toronto, Canada; Federale del Mato Grosso do Sul, Brasile; Exeter, Inghilterra), ed è stata finalizzata a svelare l'origine del batterio che sta devastando in Italia, come in Europa, Asia e Nuova Zelanda, le coltivazioni di Actinidia, le piante produttrici dei frutti di kiwi, di cui l’Italia è Leader mondiale nell’esportazione e tra i principali produttori mondiali.

Utilizzando tecniche avanzate nello studio del DNA batterico si è investigato sulla probabile origine di questo patogeno che, dove si producono i kiwi, dal 2008 ha già causato danni per centinatia di milioni di euro in tutto il mondo.

Già segnalato nel 1980 in Cina, ad oggi sull’origine di questo batterio (Pseudomonas syringae pv. actinidiae, Psa) erano state avanzatate molte ipotesi su come potesse essersi diffuso così velocemente per poi arrivare anche in Italia, ma nessuna certezza scientifica era stata ancora evidenziata.

Questo, è il primo studio scientifico internazionale, (pubblicato ieri, 9 maggio sulla prestigiosa rivista americana PLoSOne: http://dx.plos.org/10.1371/journal.pone.0036518), che analizza in dettaglio Psa ripercorrendo a ritroso nel tempo il percorso delle sue differenti popolazioni, e che individua nella Cina, la probabile origine da dove si è poi diffusa questa batteriosi nel mondo.

"E stato un lavoro molto complesso", ha detto Balestra, "con il sequenziamento dell’intero genoma batterico, siamo stati in grado di studiare e collegare, la recente epidemia di Psa con isolati batterici simili isolati in Cina, e determinare che probabilmente è da lì che tutto è cominciato".

Lo studio ha previsto il sequenziamento dell’intero DNA di questo batterio da isolati della Cina, Italia e Portogallo; sono inoltre stati analizzati anche isolati batterici ottenuti in Nuova Zelanda, nostro principale competitor nella produzione ed esportazioni dei frutti di kiwi.

Per trovare l’origine della malattia, il team internazionale di ricercatori, con il Dr. Mazzaglia del DAFNE quale primo Autore dello studio, ha confrontato ed esaminato in dettaglio il DNA per verificare se, da un unico “antenato”, poteva essersi determinata un’evoluzione genetica in grado di permettere a questo patogeno, di causare le infezioni recenti.

Si è così scoperto che gli isolati del Giappone e della Corea appartengono ad una linea filogenetica distinta. Invece, gli isolati batterici di Psa provenienti dalla Cina, Europa e Nuova Zelanda sono quasi identici tra di loro, ma con una piccola differenza in una specifica regione del loro DNA, che lega la popolazione batterica rinvenuta in Nuova Zelanda a quella presente in Cina.

Pertanto, i ricercatori ritengono che lo scenario più probabile è che il batterio sia stato importato dalla Cina in Italia e dalla Cina in Nuova Zelanda, in modo indipendente, e che non sia stata l’Italia, come inizialmente ipotizzato, ad essere la causa della diffusione di questa batteriosi oltre oceano.

"Il primo passo per fermare la diffusione di batteri aggressivi come Psa è individuare da dove provengono e come si sono diffusi", ha detto Balestra. "Ora che abbiamo sequenziato il DNA e trovato la sua origine, potremo sviluppare ed adottare strategie mirate per contrastarlo, e prevenire danni da batteri simili, così da evitare in futuro ulteriori perdite in agricoltura".

I risultati della ricerca verranno presentati in occasione del Convegno Nazionale su Psa che si terrà il 24 e 25 Maggio a Latina.

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