Bio e Natura

IL BIODIESEL, UN RUOLO NUOVO PER L’AGRICOLTURA

Solo produzione alimentare? No, molto di più. L'agricoltura di domani genererà anche energia pulita e rinnovabile

27 settembre 2003 | Graziano Alderighi

Il biodiesel è un carburante liquido a base di materie prime rigenerabili: oli vegetali o grassi animali.
Il processo di produzione è conosciuto da molto tempo, fin dalla seconda guerra mondiale, quando si utilizzava olio di colza per ottenere carburante. La reazione chimica è una transesterificazione in presenza di catalizzatori alcalini, in cui gli oli o grassi reagiscono con metanolo per formare estere metilico e come sottoprodotto glicerina.
Il biodiesel è un ottimo carburante, lungamente sperimentato in Germania e Francia, anche per i trattori, ma, sebbene ci siano anche alcuni siti, sia italiani sia americani, che insegnano come produrre biodiesel in casa, tale pratica è sconsigliabile in quanto non è possibile con mezzi artigianali “pulire” il carburante da residui potenzialmente nocivi al corretto funzionamento dei motori.

Agevolazioni fiscali
Per ottenere 1 tonnellata di biodiesel è necessario disporre di una pari quantità di olio di qualsiasi provenienza, tuttavia 1 tonnellata di olio di colza o girasole si ottiene da circa 2,5 tonn di semi (un ettaro di superficie coltivata).
Tra i costi di coltivazione, trasporto, trasformazione e distribuzione è chiaro che il costo di produzione del biodiesel è più alto rispetto al gasolio minerale, di origine fossile. Tuttavia per promuovere questo prodotto che presenta molti benefici rispetto ai carburanti tradizionali, con decreto interministeriale n 256 del 25 luglio 2003 (allegato al presente articolo), in vigore dal 13 settembre, sono state ripristinate le agevolazioni previste già nel 1993, 1995 e 1998. Pertanto un contingente prefissato, pari a 300.000 tonn/anno, per il prossimo triennio, potrà godere dell’esenzione dall’accisa sui carburanti.
Questa normativa agevola la commercializzazione del biodiesel che può essere proposto ad un prezzo inferiore rispetto al gasolio minerale.

I benefici per l’ambiente e la nostra salute
Tale agevolazione fiscale è stata presa anche in seguito al riscontro dei vantaggi ambientali ed ecologici del biodiesel, infatti è l’unico carburante che non contribuisce all’aumento della CO2 nell’atmosfera e che pertanto non accelera l’effetto serra. Inoltre ha un bassissimo tenore in zolfo, riduce le emissioni delle polveri sottili ed è compatibile con i catalizzatori, non contiene composti cancerogeni, il punto di infiammabilità è molto alto, è altamente biodegradabile (99,6% dopo 21 giorni), ha un alto potere lubrificante e diminuisce l’usura del motore.
Il biodiesel è stato testato in varie percentuali di miscelazione con gasolio, a partire dal 5% passando per il 20 ed il 30% ad arrivare al biodiesel puro. Le miscele con gasolio, sino al 30% in volume, possono essere utilizzate senza alcuna modifica al motore, con una performance del motore analoga all'alimentazione a gasolio convenzionale e senza differenze apprezzabili nei consumi. Miscele di bodiesel a tenori superiori al 30% fino al arrivare a biodiesel puro sono state testate in laboratorio, su banco prova, su flotte pubbliche e le loro caratteristiche chimico fisiche sono del tutto analoghe al carburante di origine fossile.

Alcune indicazioni colturali
Risulta tuttavia necessario che, nel breve-medio periodo, i costi del biodiesel diminuiscano a tal punto da renderlo competitivo senza agevolazioni o finanziamenti di alcun tipo. Per questa ragione è stato istituito, dal 1999, un programma nazionale bio-combustibili (Probio) diretto e coordinato dal Ministero delle Politiche agricole e forestali. Tale progetto ha come scopo la promozione e lo sviluppo dei bio-combustibili, in accordo con le decisioni adottate dalla conferenza di Kyoto.
Punto cruciale della riduzione dei costi è senza dubbio la produzione dei semi oleaginosi. Considerando che il prodotto non è destinato all’alimentazione le tecniche agronomiche possono essere adeguate, in particolare riducendo gli interventi di lavorazione del terreno, diserbo e fertilizzazione. Le lavorazioni del terreno devono essere ridotte al minimo, privilegiando, ove possibile, la semina su sodo in successione a cereali autunno-vernini. Per il girasole possono essere previste delle riduzioni significative degli apporti di azoto senza riduzioni considerevoli delle rese, considerando che questa pianta ha un apparato radicale fittonante capace di esplorare grandi quantità di terreno. Per il diserbo è necessario prevedere un trattamento del letto di semina con glifosate e pre-emergenza con dimetalin+linuron, l’eliminazione del diserbo pre-emergenza, sebbene riduca gli input colturali, non è semre consigliabile.

Ancora qualche difficoltà
Sebbene il biodiesel sia una realtà in crescita esistono difficoltà di penetrazione del mercato. Le cause che penalizzano una massiccia diffusione di questo bio-combustibile sono molteplici. Da un lato sicuramente le industrie petrolifere ne frenano la commercializzazione attraverso la loro rete distributiva, ma non solo. Le aziende di produzione e commercializzazione di biodiesel hanno fatto ben poco per pubblicizzare il prodotto, inoltre alcune case automobilistiche, nonostante le comprovate prove scientifiche, sconsigliano l’utilizzo di questo nuovo carburante minacciando anche, in alcuni casi speriamo isolati, il decadimento della garanzia sull’autovettura.

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