Emozioni di gusto
Pesche, pesche noci e nettarine: differenze e benefici di un frutto salutare

Mentre mettiamo in tavola le pesche ci domandiamo: che differenza c'è tra pesca e pesca noce? Qual è la differenza tra pesche noci e nettarine? E poi: perché pesca noce? Una per una, “snoccioliamo” (visto che sono drupe e hanno un nòcciolo) le risposte a queste domande, con incursioni nella storia e nella genetica.
16 settembre 2025 | 18:00 | T N
Le nettarine sono pesche? È la domanda che serpeggia ogni estate, l’esitazione mentre mangiamo uno dei frutti più gustosi della bella stagione: c’è sempre qualcuno che pone in essere la differenza, se non il mancato riconoscimento del frutto di questo bellissimo albero appartenente alla famiglia delle Rosaceae, giunto dalla Cina passando per la Persia, da cui il nome botanico Prunus persica e tramite la Via della Seta introdotto a Roma e da qui nell’Impero nel I secolo a.C. E mentre mettiamo a tavola le pesche, il dubbio ci attanaglia: che differenza c'è tra pesca e pesca noce? Qual è la differenza tra pesche noci e nettarine? E poi: perché pesca noce? Una per una, “snoccioliamo” (visto che sono drupe e hanno un nocciolo) le risposte a queste domande.
Pesche, pesche noci e nettarine
Iniziamo dall’elemento di “disturbo” (anzi, alimento) che in parte si discosta dall’insieme delle pesche: le nettarine, appartenenti alla stessa specie della pesca ma che però se ne distinguono per la buccia liscia e sottile, priva della caratteristica peluria. Ecco il tratto distintivo tra pesca e nettarina. Un momento… neanche le pesche noci hanno la pubescenza (così si chiama): infatti non c’è differenza tra pesche noci e nettarine - “pesca noce” essendo il nome comune e “nettarina” quello botanico dello stesso frutto, probabilmente perché dolci come il nettare - e la mancanza di tricomi è la caratteristica distintiva della nettarina rispetto alla pesca. E che tipo di frutto è quindi la nettarina-pesca noce? Oltre alla buccia liscia, ha una polpa più soda e dura rispetto alle pesche (Prunus persica L. Batsch le ultime, Prunus persica var. nucipersica le prime, da cui anche il meno diffuso “noce pesca”). Ed ecco perché pesca noce, e ora viene naturale chiedersi perché le pesche noci non hanno i peli. È un tipo di frutto che deriva da una mutazione genetica naturale del gene PpeMYB25, localizzata sul cromosoma 5, causata dall’inserimento di un retroelemento LTR che disattiva la formazione dei tricomi, determinando la buccia liscia: non un incrocio artificiale, ma una variazione spontanea. Questo studio rivela inoltre da quanto esistono le pesche noci le nettarine sono state descritte da diversi botanici europei sin dal Rinascimento e nel Sud Italia, le tradizionali nettarine bianche locali come Sbergie (Sicilia) o Merendelle (Calabria) sono coltivate sin dal XVI secolo. Le moderne nettarine occidentali derivano da tre varietà (Quetta in Pakistan; Lippiatt e Goldmine in Nuova Zelanda); nelle varietà autoctone tradizionali dell’Italia meridionale (Madonna di Giugno e Madonna di Agosto) coltivate fin dal XVI secolo si riscontra traccia genetica.
Si coltivano principalmente nelle regioni a clima temperato, con l’Italia tra i principali produttori europei, in particolare in Emilia-Romagna, Campania e Sicilia, grazie al clima favorevole e ai terreni fertili, ma anche Piemonte e Veneto. L’Italia vanta diverse indicazioni geografiche protette: Pescabivona; Pesca di Delia; Pesca di Leonforte (tutte in Sicilia); Pesca di Verona; Pesca e Nettarina di Romagna; e risultano registrate anche come prodotti agroalimentari tradizionali. Essendo una drupa, come nelle olive la polpa può essere aderente al nocciolo o spiccagnola, più o meno a seconda della varietà. Le pesche si prestano a numerose ricette, sia dolci che salate: possono essere consumate fresche, in macedonie, utilizzate per preparare confetture, crostate, torte e gelati, oppure abbinate a formaggi freschi, prosciutto crudo o insalate per piatti estivi leggeri ma gustosi.
Quali sono i benefici di mangiare pesche?
Le pesche hanno un basso apporto calorico, circa 30-40 kcal per 100 g e sono ricche di acqua (85-90%); fibre (1,5-2 g per 100 g); vitamina C che rafforza il sistema immunitario, è utile per pelle, ossa e cartilagini e aiuta l’assorbimento del ferro; beta-carotene che protegge gli occhi, aiuta la rigenerazione cellulare, antiossidante come anche la vitamina E, che protegge le cellule dallo stress ossidativo, aiuta a mantenere pelle e capelli sani, sostiene il sistema immunitario; vitamine del gruppo B (soprattutto B3, B6, folati), coinvolte nel metabolismo energetico, nella funzione nervosa e nella produzione di globuli rossi per cui migliorano energia, umore, salute del sistema nervoso e metabolismo; tra i minerali, il potassio aiuta a regolare la pressione e l’equilibrio dei liquidi; il magnesio è utile a muscoli, ossa e sistema nervoso; fosforo e calcio supportano la salute ossea. In sintesi, i benefici di mangiare pesche saranno relativi a pelle, capelli e vista, sistema immunitario, cuore e pressione sanguigna, intestino (grazie alle fibre), prevenzione dell’invecchiamento cellulare, recupero dopo lo sport o l’esposizione al sole.
Infine, due ricette salate tra l’esotico e il lussureggiante per questo frutto molto amato, e una curiosità sulla pesca bianca tipica di Massa Lombarda (Ravenna) Buco Incavato, in dialetto romagnolo “bus incavé”, presidio Slow Food. Una pesca ancora oggi difficile da reperire, arrivata ai nostri giorni da fine 1800 grazie a Giuseppe Gianstefani che, venduta la propria verdura al mercato delle erbe di Bologna, andava a mangiare all’albergo Tre Re dove vide un cameriere che serviva delle pesche molto belle, delle quali chiese i noccioli. Per chi si fosse chiesto come mai oggi nell’iconografia digital delle emoji la pesca sia divenuta simbolo delle natiche, è sufficiente osservare questa ammiccante varietà.
Bruschette con nettarine grigliate, formaggio di capra e miele al rosmarino
Ingredienti (per 4 bruschette):
- 2 nettarine sode
- 4 fette di pane rustico
- 100 g di formaggio di capra fresco
- 1 cucchiaio di miele
- 1 rametto di rosmarino fresco
- Olio extravergine di oliva
- Sale e pepe q.b.
Taglia le nettarine a fette sottili e grigliale su una piastra ben calda per 1-2 minuti per lato, finché compaiono le striature ma restano morbide. Tosta le fette di pane su una griglia o in padella con un filo d’olio fino a che diventano croccanti. Spalma su ciascuna fetta un po’ di formaggio di capra. Aggiungi sopra le fettine di nettarina grigliata. In un pentolino, scalda dolcemente il miele con il rametto di rosmarino per 2-3 minuti, poi versalo a filo sopra le bruschette. Completa con una spolverata di pepe nero e, se vuoi, qualche granello di sale in fiocchi. Servi subito, tiepide o a temperatura ambiente.
Carpaccio di nettarine con olio piccante, lime e peperoncino
Ingredienti (per 2 persone):
- 2 nettarine mature e sode
- 1 lime (succo e scorza)
- 2 cucchiai di olio extravergine di oliva
- 1 pizzico di peperoncino secco tritato (oppure olio al peperoncino)
- Foglioline di menta o basilico (facoltative)
- Sale in fiocchi
- Pepe nero
Lava e affetta sottilmente le nettarine, disponile su un piatto largo a formare un carpaccio. Prepara un’emulsione con olio extravergine, succo di lime, un pizzico di sale, una grattata di scorza e il peperoncino (dosalo in base alla tua tolleranza al piccante). Versa il condimento sulle fette di nettarina e aggiungi una spolverata di pepe nero. Se vuoi, guarnisci con foglioline di menta o basilico per un tocco aromatico. Lascia riposare qualche minuto prima di servire: il piccante esalterà il dolce della frutta e l’acidità del lime renderà il piatto vivace e rinfrescante.
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