Emozioni di gusto

Il bergamotto, simbolo della Calabria, si proietta nel futuro

Un convegno presso l'Università di Reggio Calabria ha fatto il punto sui possibili sviluppi di questa coltura agraria. Non solo più essenza, dal bergamotto possono nascere molti innovativi prodotti e la superficie investiva a questo agrume sale di 150 ettari all'anno

27 novembre 2015 | T N

Il bergamotto è una risorsa per la Regione Calabria. Agrume più noto all'estero che non in patria, è però il simbolo dell'agricoltura regionale, che, non a caso, ne ha fatto il portabandiera ad Expo.

Il bergamotto ha però avuto alterne fortune in questo territorio, unico per vocazionalità e caratteristiche pedoclimatiche, per far crescere e fruttificare al meglio la pianta, per donare quei profumi e sapori che hanno reso celebre il bergamotto nel mondo.

Non è un caso se il 90% della produzione mondiale si concentra proprio sulla fascia costiera della provincia di Reggio Calabria. Qui sono a dimora i 1200-1300 di bergamotto che arricchiscono con la loro essenza più di 300 marchi commerciali di profumi nel mondo.
E pensare che il bergamotto, fino al 2008, non veniva neanche considerata una coltura agraria ma industriale. Non aveva patria al Ministero delle politiche agricole ma solo a quello dello sviluppo economico.

Certo il bergamotto ha rischiato davvero di diventare una coltura residuale, da pura testimonianza. Negli anni 1970 erano quasi 4000 mila gli ettari di bergamotto a dimora. Solo da pochi anni la coltura è in ripresa anche per merito del consorzio volontario Uniberg che ha riunito allo stesso tavolo produttori e utilizzatori, fissando un prezzo minino garantito che ha stabilizzato il mercato, impedendo che si innescassero fenomeni speculativi. E' così che il prezzo del bergamotto è salito fino agli attuali 50 euro/quintale, contro i 12-15 euro delle arance e i 10 delle clementine.

Il bergamotto è tornato una coltura da reddito, anche grazie a una serie di iniziative che lo slegano dal solo fine di produrre l'essenza.
Il bergamotto fresco, l'agrume, arriva sui banchi del supermercato confezionato, come nuovo fiore all’occhiello della linea L’Orto Italiano, brand lanciato dall’azienda cesenate Citrus. Parte del ricavato delle loro vendite, infatti, va a sostegno della Fondazione Umberto Veronesi, per finanziare la ricerca scientifica nell’ambito della nutrigenomica.

Non è un caso che parte del ricavato venga devoluto nella ricerca contro il cancro. Grazie a recenti ricerche scientifiche sul valore nutraceutico di questo frutto, presentate nel corso del convegno “storie di bergamotto”, organizzato dal Dipartimento di agraria dell'Università di Reggio Calabria, è stato possibile capire le potenzialità di questo frutto contro lo sviluppo dei tumori. I flavonoli contenuti nel bergamotto, infatti, non solo indurrebbero la morte delle cellule tumorali ma ridurrebbero significativamente anche la proliferazione di metastasi. Inoltre sarebbero utili contro l'ipertrofia prostatica benigna.
Le proprietà nutraceutiche del bergamotto non finiscono qui. L'agrume sarebbe infatti utile per contrastare colesterolo e glicemia.

E' grazie a queste proprietà l'essenza di bergamotto non è più il solo sbocco di questa coltura agraria. Sebbene l'industria cosmetica e quella dei casalinghi (il bergamotto è anche antisettico) siano i principali acquirenti, si stanno facendo spazio altri innovativi prodotti.
Alcuni sono stati recuperati dalla tradizione, come i liquori, tra cui il Bergamino. Oggi però si producono anche birra e vino col bergamotto. Il bergamotto viene da sempre utilizzato nell'arte dolciaria ma ora entra anche in cucina con gli chef che lo utilizzano in altre preparazioni culinarie.
L'industria alimentare si sta interessando al bergamotto, producendo nuovi alimenti con polpa o succo di bergamotto, ma anche tisane e tè.
Senza dimenticare proprio il succo di bergamotto, che sta diventando una moda degli ultimi anni. Lievemente più acidulo ma molto più profumato di altri succhi di agrumi, viene utilizzato in purezza o per cocktail.

Molte strade si stanno aprendo ed è per questa ragione che le superfici a bergamotto stanno aumentando di 150 ettari all'anno.

Una strada con alcune incognite, purtroppo, dettate più dalla natura che dall'economia.
Il virus della tristezza degli agrumi, che sta flagellando la Sicilia, potrebbe colpire anche il bergamotto, visto che il portainnesto è l'arancio amaro, particolarmente sensibile al virus. Le minacce potrebbero venire anche dall'estero, similmente a quanto avvenuto sull'olivo con la Xylella. La macchia nera è una malattia da quarantena, che può colpire il bergamotto, presente in Sud Africa, Brasile e Argentina. Recenti carichi di frutti, attaccati dal patogeno, sono stati fermati alla frontiera dell'Unione europea. Ultimo punto critico della filiera è la scarsa biodiversità, che potrebbe rendere la coltura più sensibile alle avversità. L'80% dei bergamotteti calabri è formato dalla sola varietà Fantastico. Il 25% è equamente ripartito dalle cultivar Femminello e Castagnaro.

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