La voce dell'agronomo 25/09/2004

È FORTE LA CONFLITTUALITÀ GENERAZIONALE NEL SETTORE AGRICOLO

Tradizione contro innovazione, padri contro figli. La gestione congiunta di un'impresa rurale a conduzione familiare non è nè facile nè indolore. Discussioni, alterchi e perfino boicottaggi possono divenire quotidiani quando si scontra una diversa visione della campagna


In ogni campo, in ogni settore quando si confrontano due diverse generazioni il rischio di scontro, di litigi, di dispute è sempre elevato. Differenti mentalità, esperienze, gradi di istruzione portano spesso a visioni non collimanti, alle volte proprio diametralmente opposte.

Anche in agricoltura questo fenomeno è rilevabile e può assumere dei connotati grotteschi. Non sono infatti così infrequenti ripicche e boicottaggi all’interno di aziende condotte congiuntamente da genitori e figli. La mano destra disfa ciò che ha fatto la sinistra, scelte sbagliate o anche semplicemente sfortunate diventano l’occasione per continui e ripetuti moniti o addirittura sberleffi.
Può accadere, ad esempio, che le istruzioni impartite agli operai dal figlio vengano alterate e snaturate dal padre nel volgere di alcuni minuti, con grave disappunto di tutti, compresa naturalmente la manodopera.
Può succedere che l’acquisto di mezzi tecnici innovativi venga considerato, dall’anziano, un azzardo tale da giustificare l’annullamento perentorio dell’ordine appena emesso dall’incauto giovanotto, che magari ha quarant’anni e una laurea in agraria.
Infatti adottare nuove tecniche agronomiche, già ampiamente sperimentate e collaudate, anche dal proprio vicino di casa, rappresenta un gesto rivoluzionario, un’indebita ed inusitata rivolta contro la tradizione, contro modelli imperanti da secoli, quasi fossero precetti religiosi. Rifiutarsi di seguire le indicazioni fornite da proverbi e detti popolari rappresenta il modo più sicuro, da parte di un giovane agricoltore, di attirarsi le critiche di vecchi fattori e contadini.
D’altra parte le nuove leve rifiutano di accogliere anche piccoli suggerimenti pratici, furbizie e trucchi magari imparati negli anni, dettati dall’esperienza. La scienza infatti deve avere sempre ragione sull’empirismo, un dogma saldo ed indiscutibile che però si scontra con le modeste vicissitudini quotidiane che fanno parte dell’attività agricola.

Ne scaturisce un dialogo tra sordi.
Ammettere, anche solo una volta, di avere torto potrebbe rappresentare un segnale di debolezza e avere conseguenze spaventose: la perdita di preziosissime quote di potere.
Meglio non rischiare, meglio il conflitto.

di Alberto Grimelli