La voce dell'agronomo

PAC, WTO, OCM. NELLE SIGLE IL FUTURO DELL’AGRICOLTURA EUROPEA

Qualità, tipicità, premio di prezzo sono parole d’ordine per il mondo rurale del vecchio continente.
Per dare credibilità al sistema occorre che anche le istituzioni, ad ogni livello, facciano la loro parte. Le scelte politiche comunitarie e mondiali hanno una ricaduta diretta sulla fiducia dei consumatori ma anche, e forse soprattutto, sul reddito degli agricoltori

31 luglio 2004 | Alberto Grimelli

L’agricoltura non deve essere più aiutata e sostenuta attraverso finanziamenti pubblici, questa è la linea politica seguita dall’Europa e chiaramente palesata dalle recenti riforme della politica agricola comunitaria e delle organizzazioni comuni di mercato.
Le diminuzioni degli importi degli aiuti alla produzione, seppure, in taluni casi, progressive, hanno costituito il primo importante passo di questo cambiamento di rotta, volto a rendere indipendente da sovvenzioni e redditizio il lavoro nel settore primario.
Incentivi agli investimenti, ad ammodernamenti sono stati prodigamente elargiti per qualche tempo, ma purtroppo a questo non è seguito una reale progettualità volta a valorizzare le produzioni tipiche, d’alta qualità, garantendo un valore aggiunto sensibile e misurabile.

A tal proposito sono esemplificative le dichiarazioni del sottosegretario italiano all’agricoltura sulla questione della tutela delle indicazioni geografiche : “La bozza di accordo quadro (n.d.r. del prossimo round WTO) si limita a dire che questo aspetto resta da trattare. È deludente ed inaccettabile. Su questo punto, é ora che la Commissione Europea assuma una posizione forte e determinata. Mi auguro - ha affermato Scarpa - che l'intesa venga raggiunta. Ma é sbagliato addossare all'agricoltura responsabilità che non ha. Sul totale del commercio mondiale, i prodotti agricoli incidono per meno del 10%.”

Queste parole dell’on. Scarpa danno il senso e la misura di quanto i programmi nazionale ed europeo siano arenati, forse ai confini del fallimento.
Ancor più, indicano che il futuro dell’agricoltura del nostro continente è strettamente legato a decisioni, trattative, accordi in cui il mondo rurale è spesso relegato al ruolo di spettatore.

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