La voce dell'agronomo

INTROMISSIONI POLITICHE INNACCETTABILI. PERCHE' ACCADONO?

Chi l'avrebbe mai detto? Il sottosegretario Michele Vietti ha commissariato il 28 giugno scorso il Consiglio nazionale degli agronomi. Un atto grave, di profonda rottura. Sarà ora il Tar a pronunciarsi sulla vicenda. In attesa della sentenza resta la violazione dell’autonomia e dell’indipendenza di un ordine professionale con una lunga tradizione e storia

17 luglio 2004 | Alberto Grimelli

Prendendo spunto dal rinvio a giudizio del Segretario e della Presidente del Consiglio dell’ordine, il Sottosegretario Vietti (UDC) ha deciso per il commissariamento, convocando nuove elezioni entro 120 giorni.
Un atto grave, forse illegale, che non tiene conto proprio del principio garantista, tanto caro a moltissimi esponenti politici: una persona deve essere considerata innocente fino all’ultimo grado di giudizio.
Inoltre le severe norme deontologiche, tanto precise quanto necessarie, a cui sono assoggettati gli agronomi sono un rigoroso codice di autoregolamentazione che può essere preso da modello anche da altre categorie professionali e sono una garanzia nei confronti di tutti i cittadini italiani ed europei.
L’atto del Sottosegretario Vietti è quindi tanto più grave in quanto interferisce pesantemente nell’autonomia e nell’indipendenza di un Ordine, regolamentato attraverso l’ordinamento professionale (legge n. 152 del 10 febbraio 1992) approvato dal Parlamento italiano. Nel caso specifico, oltretutto, la norma non attribuisce al Ministero della Giustizia la possibilità di uno scioglimento o commissariamento di un Consiglio Nazionale e meno che mai ad un Sottosegretario.
È chiaro quindi che l’arbitraria deliberazione del Sottosegretario, rappresenta una intromissione politica nella libera gestione e nell’amministrazione dell’ordine degli agronomi. Tale interferenza rappresenta un precedente allarmante in quanto potrebbe presupporre a una sottomissione degli Ordini professionali nei confronti del potere politico. L’allarme e la polemica suscitata dal caso non sono quindi da sottovalutare.

Il Consiglio nazionale ha depositato al TAR del Lazio una istanza urgente di sospensione su richiesta della Presidente e dei Consiglieri Nazionali di Lombardia, Lazio, Toscana, Umbria, Veneto, Trentino, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Emilia Romagna, Abruzzo, Molise, Marche, Sicilia, attraverso lo Studio Legale Sanino di Roma.
Fra le motivazioni per cui viene richiesto l’annullamento si legge nel ricorso: “eccesso di potere, difetto di istruttoria, illogicità manifesta, sviamento di potere, incompetenza del Sottosegretario di Stato”.

Dina Porazzini, Presidente del Consiglio Nazionale: “Siamo esterrefatti per ciò che è successo al nostro Ordine e per la reputazione dei 18.000 agronomi italiani. Ma soprattutto siamo preoccupati per l’abuso evidente nei confronti di un Ordine Professionale, in cui è incorso il Sottosegretario Vietti, senza aver ricevuto alcuna delega da parte del Ministro Castelli. Da anni gli Ordini subiscono tentativi di attacchi alla propria autonomia e capacità di autodeterminazione. Certo questo è uno dei più gravi finora registrati.
Soprattutto perché con questo atto illegittimo si è tentato di bloccare sia la mia attività di rappresentante nazionale delle professioni nel CUP (forse sgradita al Sottosegretario) così come l’iniziativa disciplinare interna contro un Consigliere di Caserta, noto esponente locale dell’UDC, purtroppo colpevole di aver commesso illeciti, la cui istruttoria stava proprio per sfociare in una denuncia penale”

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