La voce dell'agronomo 10/07/2004

SUL FRONTE AGROALIMENTARE INCOMBONO TRUFFE E FRODI. E' ALLARME

Poco prima dell'inizio dell’estate siamo stati tempestati da preoccupanti notizie. Le grida di allarme hanno riguardato svariati settori per altrettante tipologie di alimenti. Si va dagli ortaggi alle uova, dall'olio al vino. L'elenco potrebbe continuare. Rimane un irrisolto dubbio. Sono stati più attivi i controllori o più abili i lestofanti?


Pare che il settore agroalimentare italiano, ultimamente, sia stato preso di mira da una moltitudine di individui senza alcuno scrupolo, pronti a commercializzare alimenti potenzialmente dannosi alla salute.
Anche quando non si tratti di prodotti pericolosi o nocivi, sono contraffazioni, ingannevoli sull’origine, e pertanto fuorilegge. Si tratta di derrate spesso importate sia da nazioni vicine, in primis la Spagna, sia da Paesi lontani, come la Cina.
A fare un elenco, anche solo parziale, di quanto scoperto negli ultimi tre mesi, quasi non ci si crede. Sequestrate novantasei forme di Parmigiano Reggiano, ventisettemila etichette di Frascati Doc, seicentomila uova spagnole, mille quintali di patate da seme, trecentoventi chilogrammi di funghi sott’olio, quattordici quintali di extravergine d’oliva, per non parlare della fabbrica di vino al fertilizzante nel salento.
Non c’è pace né per l’Ispettorato centrale repressione frodi né per l’Agenzia delle dogane che vedono incrementare di continuo il loro lavoro come pure i sistemi e gli strumenti di contraffazione.
Preoccupa anzi l’interesse dei delinquenti per il settore agroalimentare, attratti da facili guadagni e dalla possibilità di smerciare i loro prodotti con una certa facilità, tanto più in questo periodo di crisi economica in cui i consumatori vengono attratti da prezzi convenienti.
Offerte allettanti, sconti irripetibili, occasionissime presentate magari sottobanco devono indurre più di un sospetto. Tanto più se i prodotti proposti sono a denominazione d’origine o comunque certificati.
Se prestare attenzione e avere qualche cautela è d’obbligo, pare che la pubblicità data ai sequestri e alle indagini non rassicuri, ma anzi sembra quasi intimorire i consumatori. I tanti procedimenti contro truffatori e contraffattori creano, paradossalmente, un clima di insicurezza anche nei confronti di alimenti tipici e d’alta qualità.
Si ha, insomma, molta più fiducia nelle doti e capacità dei “ladri” piuttosto che in quella delle “guardie”.
Ciò non dovrebbe però eccessivamente stupire in un Paese che ammira i furbi, in cui l’esempio da seguire è quello dell’azzeccagarbugli manzoniano che cerca le pieghe della legge, che tenta di adattare le norme alle proprie necessità più che rispettarle.
Nessun dubbio allora nella mente dell’italiano medio: se sono stati scoperte più frodi non è perché si sono intensificati i controlli, ma perché è aumentato il numero degli imbroglioni e dei disonesti.

di Alberto Grimelli