La voce dell'agronomo 03/07/2004

VINCERE ALLA LOTTERIA. LA POSSIBILITÀ DI CURARSI

La salvaguardia della salute dei propri cittadini non è un diritto imprescindibile per gli Usa. Discutibile però la scelta del governo Bush di affidare alla dea bendata la scelta di cinquantamila fortunati che godranno di una copertura delle spese mediche. Misura propagandistica per la campagna elettorale presidenziale?


Sul "Corriere della Sera" di qualche giorni fa è apparsa la notizia che il governo Usa si affiderà ad una lotteria per scegliere i 50 mila fortunati che avranno in anticipo la copertura federale delle spese su alcuni farmaci salvavita, in particolare contro il cancro e altre gravi patologie.
Tra le 500 e le 600 mila persone che partecipano al programma Medicare, una sorta di mutua federale, e non hanno una copertura per le spese farmaceutiche, sono ritenute i destinatari di un
programma varato dal Congresso che sarà in vigore tra un anno e mezzo.
La legge offre la possibilità di anticipare i benefici per 50 mila di loro e il ministro della Sanità, Tommy Thompson, ha reso noto di aver deciso di avviare una lotteria per scegliere i fortunati. Tra i partecipanti al sorteggio, che si svolgerà in estate, saranno scelte in modo casuale 25.000 persone che necessitano di farmaci per il cancro e altre 25 mila che hanno bisogno di cure per altre gravi malattie. La copertura delle spese prevista dalla legge non sarà comunque totale, ma quasi.

Che la salvaguardia della salute non sia un diritto per gli Usa è noto. Tutto è affidato ad assicurazioni private, a polizze che, in alcuni casi, non garantiscono di potersi curare adeguatamente in caso di gravi patologie. Quindi i meno abbienti, che non sono solo i 500-600 mila indicati nell’articolo, si devono quindi soprattutto affidare alla buona sorte o alla benevolenza divina. Una sorta di selezione naturale sulla base del reddito.
Se un sistema sanitario siffatto è già passibile di molte critiche, almeno rispetto alla mentalità e alla visione europea dei diritti dell’individuo, la scelta di assegnare fondi sulla base di una lotteria lascia ancora più perplessi.
Certamente in Italia e in altri paesi europei il gioco d’azzardo è molto apprezzato. La possibilità di cambiare stile di vita, di potersi concedere lussi e divertimenti attraverso una vincita al lotto, al totocalcio o simili è un sogno coltivato da molti. Si scommette, si gioca per aggiudicarsi il superfluo, la ricchezza, l’opulenza, non certo per la sopravvivenza.
Affidare a una lotteria la possibilità di cure mediche salva-vita, altrimenti inaccessibili per via degli alti costi, appare francamente più propaganda che una misura equa e solidale.
Tanto più grave sarebbe se il comma, all’interno dell’equilibrato programma sanitario completamente in vigore tra un anno e mezzo, che prevede la possibilità di anticipare i benefici per 50 mila malati fosse stato studiato proprio come un colpo ad effetto elettorale.
Infatti, nell’imminenza della campagna presidenziale, promuovere un’immagine di sé maggiormente attenta alle necessità vitali del proprio popolo e degli indigenti può essere certamente lucrativo. Il ritratto di buon padre di famiglia che soccorre i più bisognosi è utile a Bush, sentito come più vicino agli interessi delle multinazionali piuttosto che alle fasce più deboli ed emarginate.
Resta naturalmente da capire e scoprire dove porterà questa strada e fino a quale limite ci si potrà spingere per la conquista del potere.

di Alberto Grimelli