La voce dell'agronomo 03/10/2009

Agronomi con un piede nell’Expo 2015

Grazie al sostegno dell’Università di Milano il Consiglio nazionale conta di poter partecipare alla progettazione dell’esposizione universale, oggi dominata dagli architetti


Pare strano che un Expo 2015 interamente basato su ambiente e nutrizione veda i Dottori Agronomi e Dottori Forestali come spettatori, solo ora, invitati a parteciparvi, comunque da comprimari.

Sono infatti chiare le parole della Preside della Facoltà di Agraria di Milano, Claudia Sorlini, che ha esposto il master plan della fiera Expo di Milano ai vertici del Consiglio nazionale: “la Facoltà di Agraria ha lavorato con lo staff degli architetti, mettendo in rilievo quanto le tematiche trattate siano di comune interesse anche per il Conaf e auspicando future collaborazioni fattive con l’ordine stesso, basate sulle qualificate competenze presenti al suo interno”.
Ora che il grosso della torta è già stato spartito o divorato, insomma, possiamo far sedere anche i Dottori Agronomi e Dottori Forestali.

Sarò certamente malizioso e prevenuto ma il protocollo d’intesa che dovrebbe essere siglato, di qui alla fine d’ottobre, tra la Facoltà d’Agraria di Milano e il Consiglio nazionale, sui temi della formazione e dell’Expo 2015, non è un successo quanto il gol della bandiera, utile per il morale ma non decisivo.
Non voglio attribuire colpe o responsabilità a questo Consiglio, sia ben chiaro, sono solo amareggiato perché, per la categoria, si tratta di un’altra ghiotta occasione, in buon parte persa, per essere assoluti protagonisti.

Bene dunque ha fatto il Conaf, anche se in zona cesarini, a inserirsi nel progetto dell’Expo 2015. Sono però stupito che, per ottenere tale risultato, si sia dovuti transitare per la Facoltà di Agraria di Milano anziché rivolgersi a Stanca, amministratore delegato di Expo2015, oppure al sindaco Moratti o al presidente della Camera di Commercio Sangalli.
Si tratta probabilmente di un atto di realpolitik, ovvero era certamente più veloce e semplice aprire un canale attraverso la Facoltà di Agraria piuttosto che passare per altre vie istituzionali che potevano certo presentarsi più tortuose.

Speriamo solo di non avere un ruolo troppo marginale e defilato…

di Alberto Grimelli