La voce dell'agronomo 27/06/2009

E’ lecito che gli Ordini professionali facciano campagna acquisti?

Prendendo spunto da una lettera giunta in redazione, un’esamina e una riflessione sulla “tecnica di reclutamento” messa in campo dagli Agrotecnici


Salve,
mi chiamo Lisa Piazzi laureata in Scienze Naturali il 10 marzo 2009 e ieri ho ricevuto una lettera dal collegio degli agrotecnici laureati la quale m'invita a presenziare a 2 esami scritti e a uno orale per ottetenere la qualifica in agro tecnico
Nel bando è segnalato che sono idonei tutti i neo laureati di primo livello della classe 27 ma guardando le possibili materie d'esame mi rendo conto che deve esserci un errore poichè non abbiamo appreso mai materie simili :
La mia risposta è stata “boh! Che roba è questa!” chi ha mai sentito parlare di tecniche d'allevamento fioiatriche ecc e perché non è l’Arpa a chiamarmi invece che gli agro tecnici ...io potrei anche tentare l'esame ma è come se uno che ha fatto il Dams vada fare l'esame di stato per biologi..
Che si sappia esiste una sorta di manuale sul quale poter studiare e se si è possibile saperne il nome ed eventualmente il prezzo?
Distinti saluti

Lisa Piazzi

Cara Lisa,
prima di tutto non ti devi stupire se le offerte di lavoro e gli sbocchi occupazionali e professionali siano molto lontani dalle tue materie di studio.
Il mercato, inteso nel senso più ampio del termine, considera la laurea solo vagamente propedeutica all’attività lavorativa, prevedendo quindi una formazione sul campo che può essere più o meno cruenta o guidata.
Ti sentirai spesso ripetere “l’epoca dei giochi (intesa come lo studio universitario) è finita, ora si fa sul serio”. I primi mesi possono essere in effetti alquanto disorientanti e ti potrai anche chiedere a cosa serve quel pezzo di carta se poi ti tocca cominciare tutto da zero. Passando il tempo ti accorgerai che il corso di laurea ti è invece stato molto utile, soprattutto è un’utile base su cui compiere un continuo aggiornamento professionale, indispensabile nell’odierno mondo del lavoro.
Non mi resta che augurarti buona fortuna e buon lavoro, qualsiasi attività tu scelga

Alberto Grimelli


Dopo la laurea tutti abbiamo vissuto un periodo di smarrimento, confusione, incertezza.
Normale, è la fine di un ciclo e l’inizio di un altro.
La reazione della dottoressa Piazzi alla lettera ricevuta dal Collegio degli Agrotecnici è quindi assolutamente comprensibile.

Diverso è invece il mio atteggiamento di fronte a tale iniziativa.
Sicuramente lodevole la segnalazione al neolaureato della possibilità di accesso all’esercizio di una professione intellettuale ma il limite tra informazione e “reclutamento”, in questo caso, è davvero labile e sottile.
Quanto cioè il Collegio degli Agrotecnici ha voluto fornire un’indicazione e quanto, invece, è stato uno sprone all’iscrizione all’esame di Stato?
Propenderei più per la seconda ipotesi, anche in ragione dell’ultima frase della lettera della dottoressa Piazzi “che si sappia esiste una sorta di manuale sul quale poter studiare e se si è possibile saperne il nome ed eventualmente il prezzo?”.

I giovani neolaureati, è noto, sono a caccia di occasioni lavorative e spesso incoscientemente si buttano sulle prime prospettive offerte.
La campagna adesioni del Collegio degli Agrotecnici, oltre ad assomigliare a una vendita porta a porta, molto simile alle varie richieste di iscrizioni a Casinò che infestano la nostra casella di posta elettronica ogni giorno, è lievemente cinica in quanto fa anche affidamento sul senso di disorientamento del neolaureato.

Mi auguro che il Consiglio Nazionale degli Agronomi non voglia quindi seguire questa scia ma anzi ve ne si discosti puntando su altre forme di comunicazione, prima di tutto all’interno delle Università, dove i corsi propedeutici all’esame di Stato hanno anche un prezioso valore informativo sulle possibilità occupazionali e professionali successive all’iscrizione all’Ordine.

Si possono anche seguire diverse strade, dalle più classiche azioni di divulgazione delle competenze professionali, generalmente poco efficaci, a nuove forme di informazione che valorizzino, ad esempio, le figure professionali di successo, permettendo di raccontare la loro esperienza su un più vasto palcoscenico.
Proprio le testimonianze delle eccellenze della nostra categoria, e ve ne sono molte, sono risorse ancora poco utilizzate dall’Ordine, ma porvi rimedio è facile e assai poco oneroso.

di Alberto Grimelli