La voce dell'agronomo

RIFIUTI: IL BUSINESS DEL MONDO CONTEMPORANEO

Argomento per accesi dibattiti politici, problema per molte Istituzioni locali, buona occasione d’affari e di guadagno per alcuni. Scandali e manifestazioni si ripetono ciclicamente. La spazzatura non diminuirà né tantomeno scomparirà, occorre una politica di smaltimento sostenibile e un maggiore senso di responsabilità da parte di tutti

15 maggio 2004 | Alberto Grimelli

Per millenni il problema dei rifiuti non è esistito. Tutto veniva, di fatto, riciclato. Non esistevano cassonetti, non c’erano discariche o inceneritori.
Tale rosea realtà ha cominciato a mutare un paio di secoli fa, con la rivoluzione industriale, quando grandi masse si sono spostate dalla campagna alla città. Una rivoluzione economica che ne ha portato con sé, inevitabilmente, una di costumi ed abitudini. Il sistema produttivo e sociale, basato sul modello usa e getta, ha favorito la creazione di montagne di rifiuti. Negli ultimi cinquant’anni i processi industriali e le abitudini di vita quotidiana hanno accentuato il problema, che si è trasformato in un elemento ecologico critico di primaria importanza.
Ovvio che questo sistema, nel lungo periodo, non può resistere. Cosa accadrà infatti quando anche i Paesi in via di sviluppo arriveranno a uno stile di vita consumistico? Cosa accadrà quando il miliardo e oltre di cinesi produrranno la stessa massa di spazzatura pro-capite dei Paesi occidentali? Lo scenario che si prospetterebbe non sarebbe affatto rassicurante, un vero disastro naturalistico, intere regioni coperte dagli scarti, materiali inutili ed inutilizzati.
A meno di prodigiose soluzioni da parte della scienza ed escludendo avveniristici progetti come spedire i rifiuti nello spazio siderale, rimane come strada perseguibile ridurre l’illimitato accumulo di spazzatura.
Favorire procedure e tecniche che riducano sensibilmente le scorie prodotte dall’industria, dall’artigianato, dall’agricoltura e dal terziario, promuovere l’utilizzo di confezioni biodegradabili, incoraggiare il riciclaggio sono priorità tanto per le Istituzioni quanto per tutti noi cittadini.
Belle parole, come quelle stese sui piani di gestione o meglio ancora sulle norme e leggi promulgate ad hoc dall’Unione europea o dallo Stato italiano. I progetti si sprecano, si sperperano fondi e risorse, ma ci si scontra con una realtà ben diversa.
Napoli, ad esempio, è cronicamente in deficit strutturale, si affida continuamente a soluzioni d’emergenza, estremamente onerose che non risolvono le necessità e le urgenze di una popolazione e di un tessuto produttivo. Commissari straordinari deputati esclusivamente a risolvere gravi contingenze senza poter affrontare i preoccupanti nodi strutturali, che fine hanno fatto gli ambiziosi obiettivi sulla raccolta differenziata?
Nell’attesa di veder finalmente diffusa e condivisa una nuova cultura dei rifiuti basata sul loro riutilizzo, anche a scopo energetico, è necessario prendere atto della realtà e capire che discariche ed inceneritori sono l’unico mezzo attualmente a disposizione per smaltire le enormi masse di scarti prodotti dalla nostra società e modello di vita.
L’idealismo, quando si tratta di risolvere i problemi quotidiani, non solo è inutile ma talvolta controproducente.

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