La voce dell'agronomo 03/04/2004

ETICHETTE SEMPRE PIÙ DETTAGLIATE. A VANTAGGIO DEL CONSUMATORE

Cambiano regole e norme. Sono coinvolti tutti i settori: olio d’oliva, vino, carne, uova e anche acque minerali. Vengono esposte informazioni precise e minuziose, nel nome della trasparenza e della consapevolezza degli acquisti


Negli ultimi anni la legislazione riguardante l’etichettatura dei prodotti alimentari ha subito varie modifiche. Questi cambiamenti sono divenuti necessari a seguito delle pressanti richieste da parte del consumatore di sicurezza e tranquillità sulle derrate che consuma quotidianamente.
L’imposizione dall’alto, da parte del legislatore, delle modalità con cui presentarsi e farsi conoscere rappresenta innegabilmente una sconfitta per il comparto agroalimentare che è stato incapace di venire incontro, volontariamente, alle necessità degli acquirenti. La fiducia è quindi calata così tanto, probabilmente il punto più basso lo si è toccato con “mucca pazza”, da far intervenire l’autorità che ha provveduto, stranamente con solerte celerità, a inserire vincoli, obblighi e regole, alle volte assurde.
Di fronte a fantasiose, quanto inutili, menzioni aggiuntive, tipo “olio di oliva di categoria superiore ottenuto esclusivamente mediante procedimenti meccanici” o a onerosi doveri, come esporre la carta d’identità di frutta, verdura e carni, sia gli agricoltori sia i commercianti hanno espresso le loro riserve e, in alcuni casi, veementi proteste.
Purtroppo queste prese di posizione sono apparse una strenua difesa di specifici interessi di categoria a scapito del bene collettivo piuttosto che delle legittime notazioni e richieste di riforma rivolte al legislatore.
Resta il rammarico di essere intervenuti con colpevole ritardo su una situazione che è andata via via degenerando, rimanendo, di nuovo, ai margini di una discussione e una tendenza che doveva vedere il settore agroalimentare protagonista.
Inoltre, lo stesso consumatore è spesso disabituato a fruire della miriade di informazioni aggiuntive che sono comparse sulle etichette. Parole, bollini e marchi che restano lettera morta, privi di significato proprio per le persone a cui sono destinate. È stato infatti il legislatore a dimenticare che far apporre nuove e dettagliate indicazioni non significa automaticamente fare in modo che vengano lette.
Questo spazio lasciato scoperto può rappresentare un’ottima opportunità per i contadini di riacquisire quel rapporto di fiducia e affetto che la distanza dalla terra e dall’agricoltura hanno incrinato.

di Alberto Grimelli