La voce dell'agronomo 06/09/2008

Un’estate torrida per agronomi e forestali

Il silenzio è d’oro ma la pazienza ha un limite. Molto è accaduto da che, nel novembre 2007, vi sono state le elezioni di rinnovo del Consiglio Nazionale. E’ ora di ricapitolare i fatti


Teatro Naturale, io stesso, ci eravamo ripromessi di non parlare di elezioni e della connessa bagarre fino a che non vi fosse stato l’insediamento del nuovo Consiglio Nazionale.
Non volevamo aggiungere tensione a tensione, non volevamo turbare, almeno più di quanto non fosse già, la trepida atmosfera che circondava queste elezioni.
Abbiamo preso appunti, v’è n’era veramente bisogno vista la mole di pettegolezzi e di indiscrezioni che ha iniziato a circolare ben prima dell’inizio del voto.

Oggi, tuttavia, non intendo darvi conto delle chiacchiere ma illustrare quanto è accaduto in questi mesi.
Nella concatenazione di fatti che vi esporrò ognuno potrà scorgere ragioni e torti, come sempre Teatro Naturale è pronto ad accogliere le vostre opinioni, ma soprattutto vi potrà trovare le motivazioni per cui, a distanza di dieci mesi, gli agronomi e forestali non hanno ancora un nuovo Consiglio Nazionale.

Tutto è iniziato qualche giorno prima del voto, ovvero l’ultimo giorno utile per far pervenire le candidature, quando al Consiglio Nazionale sono giunte delle candidature non conformi a quanto dispone la legge. Il Conaf ha richiesto parere urgente al Ministero di Giustizia in merito alla loro ammissibilità. Non ottenendolo il Presidente Mercurio ha deciso la pubblicazione, nei tempi previsti dalla legge, di tutte le candidature pervenute. Il giorno prima del voto, dopo reiterate richieste, al Consiglio Nazionale è giunta risposta dal Ministero. Nella lettera si affermava che non era di competenza ministeriale la valutazione circa le candidature che quindi spettava unicamente al Conaf.

Anche nel giorno delle votazioni non sono mancati i problemi. Alcuni Ordini (Cuneo, La Spezia, Brescia, Milano-Lodi, Pisa-Lucca-Massa Carrara) hanno lamentato che, da un determinato orario, il numero di fax indicato dal Ministero a cui recapitare le schede elettorali risultava irraggiungibile per cui, anche a seguito di consultazioni tra Presidenti, le stesse sono state trasmesse a numeri di fax diversi da quello indicato.
Il Conaf, una volta ricevute le segnalazioni, ha trasmesso al Ministero una nota chiedendo di valutare l’accaduto e verificare il pieno rispetto della procedura elettorale.

Nel febbraio 2008 alcuni Consiglieri e candidati (Tropea, Accossu, Trevisin, Costagliola, Giacalone) hanno presentato ricorso al Tribunale Civile di Roma contro l’ammissione delle candidature non conformi. Tale atto è stato anche consegnato al Ministero affinché la Commissione elettorale di futuro insediamento ne potesse prendere visione.

In risposta a tale ricorso, con l’obiettivo di sancire la validità di tutte le candidature, altri candidati (Chiofalo, D’Antonio, Coretti, Pasqualicchio, Quaglia, Pisanti, Sisti, Zari) si sono rivolti al Tar Lazio, trasmettendo anch’essi copia del ricorso al Ministero.

Nel frattempo il Presidente Mercurio ha inviato al Ministero di Giustizia, come d’uso, alcune terne di nomi di professionisti che potevano andare a integrare la Commissione elettorale.
Il Ministero ha ritenuto insoddisfacente l’atto monocratico del Presidente, richiedendo una delibera dell’intero Consiglio. Il Conaf ha quindi deliberato, inviando non solo le terne di nomi ma anche dei metodi oggettivi per la scelta dei componenti della Commissione elettorale.
Il 28 marzo, il Ministro Scotti ha emanato il decreto di nomina della Commissione elettorale. I cinque membri nominati sono, insolitamente, cinque Presidenti d’Ordine provinciale, tra cui due Presidenti di Federazione: Stefano Poeta (Reggio Calabria), Oronzo Milillo (Bari), Tamagnini Mauro (Nuoro), Casanovi Luigi (Pisa-Lucca-Massa Carrara) e Uliana Giorgio (Torino).
Il Ministero non teneva di conto delle indicazioni fornite dal Conaf, giustificando tale decisione con il conflitto d’interessi del Conaf, interamente ricandidatosi, sul processo di nomina della Commissione elettorale che deve essere, per legge, terza e imparziale.

Avverso alla decisione del Ministero, rilevando elementi di non neutralità della Commissione elettorale, il Conaf ha deciso di opporre ricorso al Tar Lazio. Il Tribunale amministrativo ha prima deciso di sospendere d’urgenza il decreto, quindi con ordinanza del 15 maggio, confermava la decisione di sospensione del decreto per l’incompatibilità dei membri nominati col ruolo.
Un membro della Commissione elettorale (Milillo) si è opposto all'ordinanza del Tar rivolgendosi al Consiglio di Stato che, in un primo tempo, ha confermato la legittimità del ricorso, stabilendo nel 30 di settembre la data della camera di consiglio per decidere nel merito. In una successiva ordinanza (29 luglio) il Consiglio di Stato, dopo ricorso del Ministero, ha deciso di sospendere interinalmente l'ordinanza del Tar in attesa, comunque, di deliberare.
Ai primi di agosto il Ministero ha quindi deciso di convocare la Commissione elettorale.

Nel frattempo, il 18 luglio, era stata riunita l’Assemblea dei Presidenti d’Ordine Provinciale durante la quale è stata firmata e consegnata una mozione che invitava il Consiglio Nazionale a sospendere ogni azione potesse ritardare l’insediamento del nuovo Conaf.
Il Presidente ha giudicato irricevibile la mozione in quanto implicante un’abdicazione del Consiglio in carica dalle funzioni e dai compiti assegnategli per legge.

La Commissione elettorale si è riunita il 12 e 13 agosto, senza la presenza, come d’uso, di un magistrato del Ministero a vigilare sui lavori, procedendo allo spoglio. La Commissione non ha inteso tenere di conto, per il giudizio sulla regolarità del voto, delle segnalazioni messe a disposizione dal Ministero stesso, decidendo che solo la magistratura ha competenza in merito. Una deliberazione a maggioranza che ha creato forti tensioni nella Commissione, tanto da far dimettere e abbandonare i lavori a uno dei componenti, lasciando quindi i membri in numero pari. La Commissione ha proceduto allo spoglio dei voti che ha dato come risultato la mancata riconferma del Consiglio uscente. Il Conaf ha tuttavia rilevato errori anche nel conteggio dei voti, in particolare risulta che, a fronte dei 185 voti elettorali a disposizione dei 92 Ordini per la sezione B, siano stati scrutinati dalla Commissione 267 voti.
Il Conaf, rilevando, sulla base dei verbali delle sedute, errori e omissioni da parte della Commissione, ha deciso di rivolgersi al Tar Lazio. Il Tribunale amministrativo ha deciso di sospendere d’urgenza e interinalmente la proclamazione degli eletti in attesa di deliberare il 4 settembre. Al momento in cui scriviamo non è ancora noto il pronunciamento del Tar Lazio.

Una situazione intricata e complicata, tanto che è persino difficoltoso seguire la concatenazione degli eventi e la loro correlazione.
Laborioso e delicato sarà anche sbrogliare una simile matassa che oggi non coinvolge più solo la categoria ma anche il Ministero di Giustizia, la giustizia amministrativa e civile e, ormai, anche i mass media.

di Alberto Grimelli