La voce dell'agronomo 06/03/2004

CHI TRACCIA LA ROTTA PER UNA NUOVA AGRICOLTURA?

Il comparto primario pare in balia delle onde, alla deriva, senza una guida forte e sicura. Si spiega solo con la frammentazione del mondo produttivo o c’è dell’altro? Chi deve prendere il comando di una nave che imbarca acqua da tutte le parti?


Definire il mondo produttivo agricolo abbandonato a sé stesso, privo di qualsiasi leadership che faccia sentire la propria voce in maniera forte e chiara è una triste e misera realtà.
Sebbene i mezzi d’informazione, specchio del peso politico ed economico di un comparto, si occupino con maggiore costanza di alimentazione, lo fanno con toni folkloristici e di costume, ignorando l’agricoltura che ha prodotto quelle prelibatezze tanto osannate sul piccolo schermo e sulle riviste.
La politica, europea, italiana o regionale che sia, tende a mitizzare la ruralità, a darle una veste bucolica per sfuggire di fronte ai suoi stringenti problemi.
La burocrazia imperante in ogni dove, con le sue mille regole e vincoli impone un pesante dazio, sia in termini di tempo sia di soldi, ad ogni agricoltore che si sente limitato e soffocato dalla miriade di leggi, decreti e circolari, nonché relative carte, scartoffie e moduli che non fanno altro che aumentare.
Le organizzazioni di categoria non hanno cercato di scardinare questo perverso sistema, anzi vi si sono adattate, direi modellate, aggiungendo semmai altre e nuove procedure e protocolli. Sono, di fatto, centri di assistenza e apparati burocratici più che sindacati a tutela degli interessi degli agricoltori.
Nel frattempo, nel caos imperante, dominano le multinazionali agroalimentari e la grande distribuzione che possono dettare, da padrone assolute, i propri diktat a un mondo agricolo frammentato, diviso e immobile.
Uno scenario cupo e affatto rassicurante si apre sul futuro, con l’agricoltura a far da spettatore nelle decisioni strategiche, lontana dalle stanze dei bottoni, isolata dagli altri settori economici che ne vedono solo una concorrente per fondi e finanziamenti.
Manca, drammaticamente, una figura chiave, al pari del presidente della Confcommercio o degli industriali, che sappia e voglia lottare per lo sviluppo dell’agricoltura. Quel che emerge, al contrario, è un mondo rurale profondamente diviso da campanilismi, invidie e lotte intestine di potere che minano la credibilità del settore, impedendo altresì l’emergere di un rappresentante che possa prendere il timone di una nave alla deriva da molti, troppi anni.

di Alberto Grimelli