La voce dell'agronomo

Un suggerimento per Antonio Lirosi, alias Mister Prezzi

L’Osservatorio che presiede è nato con molte incognite e il sospetto che si tratti solo di un’ulteriore spreco di denaro pubblico. Cambiare si può, con un po’ di trasparenza…

09 febbraio 2008 | Alberto Grimelli

Antonio Lirosi è stato nominato solo qualche giorno fa.
La norma che istituisce l’authority, ribattezzata Mister Prezzi, è stata varata con la Finanziaria, qualche settimana fa.
Un “debutto” con molte polemiche perché l’osservatorio nasce con molte incognite e, quel che è peggio, col sospetto di essere soltanto un altro inutile carrozzone, con relativo spreco di denaro pubblico.

Per dimostrare il contrario Antonio Lirosi ha immediatamente lanciato un allarme sui prezzi della carne, facendo convocare il tavolo di filiera presso il Mipaaf.
Una cortina di fumo?
Tutto è possibile ma è corretto dare una chance a Mister Prezzi. Attendiamo i fatti prima di giudicare.

Mi permetto tuttavia di dare un suggerimento ad Antonio Lirosi, perché cambiare si può, anzi si deve, nel segno della trasparenza.

E’ infatti battaglia quotidiana sul fronte dei prezzi e dei continui rincari.
Tutti contro tutti. I consumatori si lamentano e i vari attori della filiera, dagli agricoltori ai commercianti, giocano a rimpallarsi la responsabilità.
Un gioco estenuante, ed inutile, che Teatro Naturale ha deciso di non assecondare.

La richiesta dell’indicazione del prezzo originario, pagato all’agricoltore, sul cartellino è fortemente voluto dalle organizzazioni agricole e osteggiato da tutti gli altri.
Non si tratta di una trattativa ma di un braccio di ferro.
Nell’attesa che questa sfida si concluda si può procedere altrimenti.

Mister Prezzi potrebbe, in maniera autonoma e indipendente, fuori da ogni logica lobbistica, dare vita a un programma che consentisse di monitorare non solo i prezzi al dettaglio ma anche quelli nelle varie fasi di passaggio, aggiungendovi i costi, tasse e contributi sostenuti da ogni attore della filiera.
Si arriverebbe così a comprendere le reali motivazioni che portano a generare le quotazioni finali, al consumatore.
Questo immane lavoro di ricerca e analisi, che andrebbe costantemente aggiornato, non sarebbe solo utile per contrastare fenomeni speculativi ma anche per “equilibrare” le filiere produttive, riducendo così le tensioni e gli attriti tra i vari attori.
In più se tali studi fossero resi pubblici si ridurrebbero anche le nebbiose e noiose discussioni sulle responsabilità degli aumenti delle derrate alimentari, a tutto beneficio della trasparenza.

I dati, i numeri, anche se precisi e obiettivi, non sono mai la risoluzione ma possono contribuire ad evidenziare le criticità, permettendo così di individuare le misure necessarie a risolvere i problemi.

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