La voce dell'agronomo
AGEVOLAZIONI FISCALI ED AGRICOLTURA
Sono effettivamente numerose. Molto spesso nascono come misure provvisorie o una tantum e vengono poi reiterate anno dopo anno. Concessioni che cadono dall’alto e danno solo la sensazione di un effettivo interessamento ai problemi dell’agricoltura contemporanea
14 febbraio 2004 | Alberto Grimelli
Con l’ultima finanziaria sono state prorogate di un altro anno ancora alcune agevolazioni fiscali in vigore nel settore agricolo ormai da tempi immemori. Due gli esempi più clamorosi: l’esenzione dall’accisa sul gasolio utilizzato nelle coltivazioni sotto serra e la tanto attesa proroga del regime speciale di detrazione iva.
Tutti gli anni, è diventato un ritornello, si parla della loro abolizione, della necessità che l’agricoltura si svincoli da aiuti e agevolazioni statali.
Tutti gli anni, a seguito della sollecita e scontata protesta delle varie associazioni di categoria, questi provvedimenti vengono reiterati, di un altro anno soltanto. Quasi a voler riproporre lo stesso scenario e penoso teatrino a ogni discussione di finanziaria.
Tutti felici e contenti? Sicuramente le associazioni di categoria che possono mostrare risultati tangibili della loro azione, giustificando così la loro esistenza e il loro sterminato apparato, anche il governo e il parlamento sono soddisfatti, potendo accontentare un intero settore economico con interventi oramai strutturali e largamente condivisi.
Questa situazione impedisce, di fatto, che si affrontino i nodi e i reali problemi dell’agricoltura contemporanea, che non deve più sfamare una popolazione opulenta ma immettere sul mercato prodotti salubri, tipici, di qualità , quindi teoricamente ad alto valore aggiunto, a prezzi assai contenuti, non così dissimili, considerando l’inflazione, a quelli di molti anni orsono. Tale fenomeno è da considerarsi anomalo se teniamo conto che in molti altri comparti, come l’abbigliamento o l’automobilismo, si sono registrati rincari ben superiori nello stesso lasso di tempo. Inoltre all’agricoltura si richiede, sempre con maggiore forza e veemenza, di utilizzare tecniche a basso impatto ambientale, di rispettare e tutelare la natura e di salvaguardare il paesaggio, senza però ricevere, per questi compiti, altro che l’elemosina da parte dello Stato o dell’Unione europea.
Gli agricoltori sono persone pacifiche, tradizionalmente pazienti, purchè non si sentano derise e non vengano umiliate. Anche a volersi mettere due fette di salame sugli occhi la sensazione di essere ignorati o peggio presi in giro emerge in tutta la sua sconvolgente durezza. Se lo sviluppo e la crescita del settore agricolo non deve essere argomento di discussione nelle stanze dei bottoni, che almeno ci venga risparmiato l’indecente spettacolino messo in scena ogni anno dai soliti attori, con le stesse battute e un identico e ripetitivo finale.
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