La voce dell'agronomo
E’ INIZIATO L’HEALTH CHECK DELLA POLITICA AGRICOLA COMUNITARIA, UN DIALOGO LUNGO SEI MESI
L’Unione europea si interroga su procedure e obiettivi della futura Pac. Gli interventi devono tornare alla loro originaria funzione di rete di sicurezza per gli agricoltori oppure si deve puntare tutto sulle misure di tutela dell’ambiente?
08 dicembre 2007 | Alberto Grimelli
"La Pac è finanziata con denaro pubblico e non si limita ad offrire un semplice sostegno ai redditi degli agricoltori. Essa garantisce anche la protezione ambientale, la sicurezza e la qualità degli alimenti, il benessere degli animali e la promozione della crescita e dell'occupazione nelle zone rurali - ha dichiarato Mariann Fischer Boel - Per questo desidero ascoltare tutti coloro che possiedono un'opinione al riguardo: ritengo sia l'unico modo per introdurre cambiamenti che rispecchino realmente la volontà della popolazioneâ.
Queste sono state le ben poco rassicuranti dichiarazioni della Commissaria Ue allâagricoltura allâapertura dellâHealth Check sulla politica agricola europea.
Si tratta certo di un avvenimento, il dibattito, che durerà sei mesi, sul futuro della Pac non parte tuttavia sotto i migliori auspici.
Si è infatti iniziato immediatamente a parlare di procedure e di amministrazione, molto meno di strategie e obiettivi.
E quando ci si interroga seriamente sul futuro, gli interrogativi posti dalla Commissione sono ben poco positivi:
- gli interventi devono tornare alla loro originaria funzione di vera e propria rete di sicurezza, soprattutto in considerazione dell'andamento più che positivo dei prezzi di mercato?
- si può ridurre a zero l'intervento per la maggior parte dei cereali e mantenerlo per un solo tipo di cereale (il frumento panificabile)?
- si deve abolire il regime di ritiro dei terreni dalla produzione, trovando però il modo di mantenere i vantaggi che tale regime ha comportato per l'ambiente?
- in vista della soppressione delle quote latte di qui al 2015, non bisognerebbe procedere ad un graduale aumento delle quote, perché questo passaggio avvenga in modo meno brusco per il settore?
Lâattenzione si è anche concentrata sul modo in cui la politica agricola possa rispondere ad alcune nuove sfide e opportunità che si presentano all'agricoltura dell'Ue: lotta contro il cambiamento climatico, gestione più efficace delle risorse idriche, sfruttamento ottimale delle opportunità offerte dalla bioenergia e salvaguardia della biodiversità , ammettendo, bontà loro, che gli incentivi per migliorare lâazione in questi settori âavrebbero un certo costoâ.
Lo strumento individuato dalla Commissione per finanziare le nuove misure è però frutto di un artificio contabile, di un gioco delle tre carte. Si propone infatti di aumentare il tasso di "modulazione", ovvero la riduzione dei pagamenti diretti a tutti gli agricoltori che ricevono oltre 5 000 euro l'anno e di trasferire questi importi nel bilancio destinato allo sviluppo rurale, da cui verrebbero attinte le risorse per finanziare tali progetti di ampio respiro.
Non so, tuttavia, quanti si sono accorti che nel variegato confronto iniziato da qualche giorno vi è già un grande assente: il territorio, il paesaggio.
Vi è ancora tempo, obietterà qualche inguaribile ottimista.
Speriamo che non sia già troppo tardi, replicano invece le schiere di pessimisti.
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