La voce dell'agronomo 03/11/2007

LE MISURE AGROAMBIENTALI STANNO DIVENTANDO IL VERO SOSTEGNO ALLA PRODUZIONE PER LE IMPRESE

Dopo il crollo verticale degli importi degli aiuti Pac, molte aziende fanno affidamento su questi sussidi, contenuti nei Psr. I nuovi piani di sviluppo rurale, che devono essere attivati, prevedono una diminuzione di queste cifre. Scoppia la polemica, specie nel mondo bio


Alcune Regioni, tra le quali la Toscana, ha deciso di anticipare i premi degli aiuti agroambientali per il 2007.

Gli aiuti per l’introduzione e il mantenimento di metodi d’agricoltura integrata e biologica sono infatti uno delle fonti di sostentamento più importanti per molte aziende, in particolare dopo la continua riduzione dei sussidi alla produzione Pac, ora disaccoppiati.

La mancata approvazione di molti Psr e la mancata apertura dei pre bandi per le misure agroambientali sta provocando le ire di molti produttori e anche di diverse associazioni di categoria.

Il mondo bio è certamente quello più infuriato.

“Il caos sull’avvio della nuova programmazione dello sviluppo rurale rischia di penalizzare l’agricoltura biologica, l’unica misura dei Psr per la quale le Regioni possono aprire con tranquillità i bandi anche in attesa dell’approvazione del Piano da parte dell’Ue - afferma Paolo Carnemolla, Presidente di FederBio, l’organizzazione unitaria del biologico e biodinamico italiani - Solo alcune Regioni hanno già aperto i termini per la presentazione delle domande anche per l’annata in corso, nonostante Agea abbia prorogato i termini al 31 ottobre. Le risorse non spese potranno essere recuperate negli anni successivi ma in alcuni territori si rischia che la tardiva apertura dei bandi penalizzi proprio le aziende più esposte con gli investimenti e i costi di produzione e certificazione. Abbiamo già i primi segnali di ritorno al convenzionale.
Resta poi da vedere se al biologico verrà data ovunque priorità effettiva nell’ambito dei piani operativi dell’asse agroambientale, già penalizzato in molte Regioni dai trascinamenti della programmazione precedente. FederBio continua a chiedere con forza al Ministero e alle Regioni l’apertura di un tavolo nazionale che recuperi una strategia di sistema Paese per lo sviluppo del settore biologico attraverso le risorse dello sviluppo rurale.”

Non è infatti solo la mancata apertura dei pre bandi a provocare le ire dei produttori biologici.
I nuovi metodi di calcolo degli importi per il biologico, ma anche per l’agricoltura integrata, sono stati rivisti dalla Commissione Ue, in genere al ribasso.
Ecco che diverse aziende, sia biologiche sia integrate, iniziano a fare qualche conto.
Giudizi di convenienza che portano talune imprese a preferire e scegliere un ritorno a metodi di coltivazioni tradizionali e convenzionali, forse non meno costosi ma che consentono un aumento delle quantità prodotte, con buona pace dell’ecocompatibilità.
Ciò che la Commissione europea, e in particolare la Commissaria Fischer Boel, non hanno ancora capito è che le misure agroambientali non possono essere pure azioni di incentivazione ma devono essere strutturali.
Per sopravvivere, al di là della volontà e della sensibilità sostenibile dell’imprenditore, l’azienda ha necessità di offrire un reddito decoroso, che non è certo né garantito con la semplice vendita delle produzioni, stante quotazioni in rialzo ma non ancora soddisfacenti.

di Alberto Grimelli