La voce dell'agronomo 20/10/2007

COSI’, ANCHE SUL FRONTE DEL TOCAI, E’ STATA TROVATA LA CLASSICA SOLUZIONE ALL’ITALIANA, IN ATTESA DELL’OPINIONE DI BRUXELLES

Il Ministero delle politiche agricole ha autorizzato l’uso della denominazione Tai quale sinonimo di Tocai. La Regione Veneto, per bocca del Vicepresidente Luca Zaia esulta, in attesa della risposta del Friuli Venezia Giulia che invece insiste sulla linea del “Tocai friulano”


“E’ una vittoria del vino Veneto”.
Con queste parole il Vicepresidente della Giunta Regionale del Veneto, Luca Zaia, ha commentato l’approvazione da parte del Comitato Nazionale per la classificazione delle varietà di vite l’uso della denominazione “Tai” come sinonimo di Tocai.
“In Veneto – ha spiegato Zaia – si producono circa 300 mila ettolitri di vino da uve Tocai, dei quali 60 mila nella zona del Lison Pramaggiore, il resto nelle aree vocate delle province di Venezia, Treviso, Padova, Verona e Vicenza.
Avevo promesso che nessuno sarebbe restato senza nome e sono contento dell’esito della riunione di oggi”.
“L’approvazione dell’uso della denominazione Tai per il nostro Tocai – ha aggiunto il vicepresidente della Regione Veneto – è una decisione che ci aspettavamo da tempo, frutto di battaglie durate mesi e, a questo proposito, voglio ringraziare il dottor Ambrosio, capo del dipartimento delle Politiche dello Sviluppo, per essersi fatto portatore delle nostre istanze presso il Ministro De Castro”.
“La questione – ha concluso Zaia – aveva raggiunto toni accesi soprattutto con la Regione Friuli, con la quale auspico da oggi possano tornare rapporti sereni”.
Questo il comunicato ufficiale dell'assessorato regionale veneto all'agricoltura.

Restiamo in attesa del commento della Regione Friuli Venenzia Giulia che invece si era schierato apertamente per la denominazione “Tocai friulano”, anch’essa approvata dal Ministero.

Anche De Castro, un colpo al cerchio e uno alla botte, esprime soddisfazione “che offre una risposta concreta ai produttori, garantendo loro le certezze che aspettavano”.

Resta da capire cosa ne penserà la Commissione europea ma soprattutto il mercato di tanta confusione.
Un po’ Tai, un po’ Tocai…

di Alberto Grimelli