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GLI ORDINI TOSCANI DEGLI AGRONOMI IN CERCA DI UNITA’ ALLA VIGILIA DI DUE IMPORTANTI SCADENZE ELETTORALI

Dovrà essere eletto un Presidente di Federazione e indicato un candidato al Conaf. Di fronte al rischio di spaccature, un monito e un richiamo. La Toscana non può rimanere senza un consigliere nazionale, ma occorre unità per ottenere credibilità e influenza. Visconti dimezzati non servono a nessuno

08 settembre 2007 | Alberto Grimelli

A pochi mesi dalla scadenza del mandato del Presidente di Federazione regionale e dalle elezioni per il rinnovo del Consiglio nazionale la Toscana non sa ancora che fare.

L’attuale Presidente di Federazione Ceccherini, per un gentlemen’s agreement, si dimetterà, lasciando vacante la carica, ma non esiste ancora alcun candidato alla sostituzione.

Le elezioni per il Conaf si terranno entro quattro-cinque mesi ma, a parte un generico profilo professionale, non esiste ancora alcuna candidatura ufficiale, a parte quella di Ceccherini che però non ha riscosso quell’entusiasmo e quel sostegno che il Presidente di Federazione auspicava.

Le discussioni e le negoziazioni per entrambe queste cariche stanno procedendo contemporaneamente, come dovrebbe essere, in quanto si presume e si spera che il Presidente di Federazione e l’eventuale consigliere Conaf lavorino in sinergia, sulla base di progetti comuni, per il raggiungimento degli stessi obiettivi.

Il dibattito è in atto ma ancora in alto mare.
Per il momento non regna il caos ma, oggi, non è possibile escludere che si inneschino le condizioni perché saltino i delicati equilibri che reggono l’unitarietà toscana.
E’ naturalmente difficile ipotizzare sorte peggiore per la Toscana, Regione che vanta una lunga storia di tecnica agricola e dove ha sede l’Accademia dei Georgofili.
Il Comitato elettorale, appositamente istituito per sondare l’atmosfera ordinistica in Italia, non ha portato, secondo voci ufficiose, ad alcun apprezzabile risultato né ha lavorato su ipotesi di candidature.
E’ ovvio che in tale stato di incertezza prolifichino le autocandidature e si rincorrano le voci su professionisti, più o meno autorevoli, che intendono o ambiscono a divenire consigliere Conaf. Una situazione che non agevola certo la ricerca di unitarietà poiché sussiste il rischio che ciascun Consiglio provinciale si senta in dovere di sostenere il proprio collega locale, senza troppo valutare il quadro generale.
Un candidato toscano, ancorché forte ed autorevole, anche contando sui voti di tutti gli ordini regionali, con la nuova legge, avrebbe probabilmente poche possibilità di essere eletto senza alleanze e collaborazioni con altre Regioni, ne consegue che, per candidati locali, le possibilità di elezione sono pressoché nulle.

Di fronte al concreto rischio che si verifichino spaccature tra gli Ordini toscani ritengo necessario in richiamo e un monito.
Un richiamo affinché prevalgano le ragioni della Toscana, perché si trovino candidati autorevoli per entrambi i ruoli istituzionali, perché si preservi l’unità anche a costo di sacrifici personali.
Un monito, perché il mancato raggiungimento di questi obiettivi, comporterebbe una perdita di credibilità e di influenza senza precedenti per la Regione.

Un possibile accordo non è ancora a portata di mano ma non è irraggiungibile, la speranza è che, prima della prossima riunione di Federazione, si siano attivati proficui contatti che portino a una bozza d’intesa, cosicché, nel corso dell’incontro, non si debba procedere alla cieca, rischiando di mettere a repentaglio il lavoro di mesi, forse di anni.

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