La voce dell'agronomo

C’E’ TENSIONE NEL MONDO AGRICOLO. E’ LA PAURA CHE L’EUROPA VOGLIA SVENDERE L’AGRICOLTURA PUR DI SALVARE LE TRATTATIVE WTO

Non ci si può permettere un altro fallimento. Con queste premesse inizierà a breve un altro ciclo di consultazioni per arrivare a una regolamentazione complessiva del mercato mondiale. Gli agricoltori europei non possono permettersi altre cure dimagranti

23 giugno 2007 | Alberto Grimelli

Il vertice G4 di Posdam è un’ulteriore conferma della situazione di tensione che vivono i negoziatori in vista di un altro incontro, round, di negoziati del Wto.

Uno dei nodi del contendere, una delle voci di scontro più importanti tra Paesi sviluppati e non, è il sostegno che i primi forniscono all’agricoltura e che i secondi vorrebbero veder completamente smantellato in poco tempo.

La riduzione dei sussidi agricoli non basta più. La cura dimagrante che l’Unione europea ha fatto sostenere ai propri contadini è per molti Paesi solo un antipasto, il preludio alla fine di ogni forma di sostegno che, sostengono, causerebbe perturbazioni di mercato e prezzi eccessivamente bassi per molte derrate alimentari primarie.

Si spera, oggi, che a fronte di una discutibile istituzione di un registro multilaterale di tutela per alcune produzioni di qualità ad origine geografica., non si ceda completamente sul fronte dei sussidi.

Sarebbe una sconfitta inaccettabile per gli agricoltori europei che vedrebbero colleghi di altri Paesi sviluppati, Usa in testa, continuare a beneficiare di sostanziosi aiuti.

Un successo delle trattative Wto, paradossalmente, se le linee e le tendenze emerse nelle ultime settimane saranno mantenute, potrebbe decretare la fine di un’agricoltura europea competitiva e forte sui mercati internazionali.

Ulteriori riduzioni dei contributi e sussidi sarebbero disastrose anche perché le recenti riforme, e quelle che dovrebbero entrare in vigore, hanno previsto una drastica riduzione dell’intervento comunitario in questo settore, tanto che, dato che raramente viene presentato all’opinione pubblica, dal 2008, il capitolo agricolo non sarà più la principale voce di spesa del bilancio comunitario.

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