La voce dell'agronomo 30/04/2021

Ecco quanto il calo del PIL a causa del Covid potrebbe abbassare le pensioni

Ecco quanto il calo del PIL a causa del Covid potrebbe abbassare le pensioni

Il sistema contributivo nasconde nelle pieghe della legge un inganno che potrebbe abbassare l'assegno pensionistico nel futuro. Per i professionisti solo buoni rendimenti della Casse di previdenza sui mercati azionari potranno garantire pensioni adeguate


I primi mesi del 2021, per gli iscritti all’EPAP, sono forieri di buone notizie.

Dopo un’attesa pluriennale, la cassa di previdenza ha finalmente attribuito sui montanti individuali di ogni iscritto i tanto attesi extra rendimenti.

A marzo è stato comunicato il nuovo coefficiente di rivalutazione dei montanti, per il 2021, che ha un valore più elevato di quello dello scorso anno.

Infatti, il nuovo valore del tasso annuo di capitalizzazione, ai fini della rivalutazione dei montanti contributivi, che per il 2019 era di 1,8254% viene ulteriormente incrementato nel 2020, raggiungendo l’ 1,9199%.

Tale dato, precedentemente riportato nella nota ISTAT (PROTOCOLLO GENERALE 1870888/20 06/10/2020 P 01) del 2020, nella quale si leggeva che: “si comunica il valore del tasso annuo di capitalizzazione ai fini della rivalutazione dei montanti contributivi relativamente all’anno 2020. Il tasso medio annuo composto di variazione del prodotto interno lordo nominale, nei cinque anni precedenti il 2019, risulta pari a 0,019199 e, pertanto, il coefficiente di rivalutazione è pari a 1,019199”, è stato poi diramato dall’INPS nel mese di marzo 2021.

Nel messaggio dell’INPS n. 1259, del 25.03.2021, si legge, infatti, che il valore del coefficiente di rivalutazione per i montanti contributivi di cui alla L. 335/1995, a decorrere dal 2021, è pari a 0,019199 e, conseguentemente, il coefficiente di rivalutazione è pari a 1,019199.

E’ evidente che il nuovo coefficiente di rivalutazione dei montanti, per il 2020, non tiene conto della crisi economica causata dalla pandemia da Covid-19, in quanto viene calcolato considerando l’andamento del PIL nell’ultimo quinquennio (2014 - 2019).

Ma in futuro, con una variazione negativa del PIL (nel 2020) pari al 7,8% a prezzi di mercato, e dell’8,9% in volume rispetto all'anno precedente (2019), che scenario potrebbe prefigurarsi nei prossimi anni?

A tal fine è importante ricordare che i criteri di calcolo del coefficiente di capitalizzazione dei montanti con il sistema contributivo – al quale sono soggetti gli iscritti all’EPAP e non - ricadono tra quelli riportati nella circolare n. 167/2015, utile per quantificare le pensioni o le quote di pensione da calcolare con il sistema contributivo, a seguito delle novità introdotte all’art. 5 del D.L. n. 65/2015 (c.d. D.L. pensioni), convertito nella L. n. 109/2015.

In particolare, in sede di conversione del decreto, venne inserito al comma 9 dell'art. 1, della L 335/1995 il seguente periodo: “In ogni caso il coefficiente di rivalutazione del montante contributivo come determinato adottando il tasso annuo di capitalizzazione di cui al primo periodo del presente articolo non può essere inferiore a uno, salvo recupero da effettuare sulle rivalutazioni successive”.

Questo meccanismo utilizzato in passato, quando la variazione del PIL fu negativa, varrà anche in futuro?

La risposta a questa domanda avrà un impatto notevole sul futuro pensionistico degli iscritti all’EPAP e non solo, perché la clausola di salvaguardia introdotta per annullare quanto stabilito nel comma 9, nel 2015, dovrebbe valere solo una volta.

Infatti, la norma prevede che in sede di prima applicazione non si dia luogo al recupero delle maggiori capitalizzazioni sulle rivalutazioni successive.

Recita il comma 1 bis dell’art 5 della legge 109 del 2015: “In sede di prima applicazione delle disposizioni del terzo periodo del comma 9 dell'articolo 1 della legge 8 agosto 1995, n. 335, introdotto dal comma 1 del presente articolo, non si fa luogo al recupero sulle rivalutazioni successive di cui al medesimo periodo”.

Per gli iscritti all’EPAP è importante sapere se la politica degli extra rendimenti riversati sui montanti individuali degli iscritti proseguirà anche nei prossimi anni?

Come più volte esposto dal Presidente Poeta, l’attribuzione degli extra rendimenti agli iscritti è strettamente connessa con i risultati della Cassa di previdenza.

Con gli attuali tassi di interesse, ormai prossimi allo zero, gli unici rendimenti positivi sono legati all’andamento dei mercati azionari e, pertanto, alla gestione del portafoglio titoli.

Considerato che i mercati statunitensi ed asiatici hanno registrato, nel 2020, un ottimo rendimento (l’indice S&P 500  ha chiuso il 2020 con un +16 % rispetto all’anno precedente, il Nasdaq  ha avuto una variazione positiva del 44 % sul 2019, il Dow Jones chiude il 2020 con un +6,8%, il Nikkei ha avuto un guadagno del +16,01%, Shanghai archivia il 2020 con un rialzo che sfiora il 12%), mentre quelli europei hanno subito una flessione (Madrid  -14,6%; Londra - 13,08%, Parigi -6,33% ed il FTSE MIB ha perso il – 6%), viene da porsi il seguente quesito: il Bilancio EPAP 2020 risentirà maggiormente delle ottime performance dei mercati statunitensi ed asiatici, o, viceversa, subirà gli effetti negativi delle perdite subite dai mercati europei?

La risposta a queste domande verrà data con la pubblicazione del Bilancio Consuntivo EPAP 2020.

di Roberto Accossu

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