La voce dell'agronomo

COSTI AGRICOLI? SEMPRE PIÙ SU

Quali previsioni per il nuovo anno? Sarà migliore di quello appena trascorso? Non si direbbe. Rispetto a novembre 2002 l’Ismea registra un + 4,1%. Una tendenza di crescita dei costi di produzione che non concede di certo pause o rallentamenti. La tensione aumenta tra gli agricoltori, i quali vedono nero anche per questo 2004. Anno bisestile. A cosa aggrapparsi dunque?

03 gennaio 2004 | Alberto Grimelli, Alberto Grimelli

Altro mese nero per gli agricoltori il novembre 2003 che registra un aumento dei prezzi dei mezzi correnti di produzione pari al 1.5% su ottobre e del 4,1% su novembre 2002.
La tendenza al rialzo, secondo l'Ismea, ha riguardato in particolare i mangimi, rincarati, rispetto a ottobre, del 7,6% a causa del balzo in avanti registrato da orzo e cruscami, (+25%) provocato dalla fiammata dei costi del comparto, dopo i deludenti raccolti 2003 dei cereali foraggeri. Mentre il comparto energetico non registra particolari variazioni su base mensile. Tra le altre voci di costo in lieve aumento antiparassitari, concimi (entrambi +0,3%), animali d'allevamento (+0,6%) e sementi (+0,1%).
A fronte di questi aumenti nei costi di produzione, ben al di là del tasso d’inflazione, si registra una stasi nei consumi, anche alimentari, dovuti a prezzi al dettaglio talora esorbitanti, avvicinabili spesso solo in caso di offerte o promozioni. Ovvia conseguenza la recessione dell’intero comparto agricolo, tra l’altro colpito anche dagli eventi climatici calamitosi di un 2003 impietoso. Non sono neanche buone le prospettive per l’anno appena iniziato in cui si prevedono ancora rincari per i mezzi di produzione. Anche le grandi industrie agroalimentari navigano in cattive acque e cercano di stare a galla stringendo spesso il cappio intorno al collo dei propri fornitori agricoli, pretendendo sconti e condizioni capestro. Difficili anche le esportazioni extra Ue, questo euro terribilmente forte (1,26 euro per 1 dollaro) rende competitive le produzioni altri Paesi che intravedono una favorevole occasione per sottrarci quote di mercato.
A cosa aggrapparsi dunque? Quali possibilità di non affogare in questa congiuntura economica difficile che pare non finire mai?
Forse qualche barlume di luce proviene proprio da quelle nazioni, Stati Uniti in testa, in cui la ripresa economica è cominciata e quell’aura plumbea di sfiducia si sta dissolvendo. Un segnale importante anche per l’Unione europea in cui scarseggia l’ottimismo e un clima costruttivo.
Forse non ha tutti i torti il Presidente della Repubblica Ciampi quando ricorda che l’economia, che appare tutta calcoli e numeri, ha una componente emotiva molto rilevante. Finchè ci si sente in crisi, fino a quando si ritardano e posticipano investimenti e acquisti, l’economia ristagnerà.
Certo non basta un sorriso e una goccia di ottimismo per riempire il portafogli, sbarcare il lunario tutti i mesi è diventata un’impresa e l’euro ha ridotto il potere d’acquisto di tutti. Il treno americano sta tuttavia ripartendo e i vagoni europei non tarderanno troppo ad avviarsi, ci aspettano ancora mesi difficili, in cui la borsa sarà andrà ancora a passo di tartaruga, ma affrontare questo periodo con fiducia aiuterà e soprattutto è gratis.

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