La voce dell'agronomo

OGNI ANNO UNA DIVERSA STANGATA. PER L’AGRICOLTURA NON C’E’ PACE E I COSTI DI PRODUZIONE LIEVITANO

Nel 2005 l’aumento del prezzo del gasolio, nel 2006 è stato il rame a subire i maggiori incrementi di prezzo. Il 2007 sarà ricordato per le alte vette raggiunte da urea e 18.46. Mille giustificazioni, le contingenze internazionali non servono a consolare gli agricoltori

14 aprile 2007 | Alberto Grimelli

Il 2005 verrà ricordato per l’aumento del prezzo del gasolio, quasi raddoppiato rispetto a pochi anni prima.
Mal comune mezzo gaudio, perché fu l’impennata della quotazione del greggio a determinare la corsa anche del prezzo del gasolio agricolo.

Nel 2006 è stato il rame, noto principio attivo, utilizzato in molte colture arboree, otoflorovivaistiche ed alcune erbacee, a subire i maggiori rincari.
Un chilogrammo di ossicloruro di rame o di poltiglia bordolese si poteva pagare 15-16 euro.
Considerando che in agricoltura biologica il rame è prodotto fitosanitario praticamente insostituibile, ovvia, prevedibile, ma non meno problematica l’incidenza di questi aumenti sui bilanci delle aziende.
Dopo alcune settimane si scoprì che il rame, il metallo contenuto nei doppini telefonici e nei cavi elettrici, era materiale ricercatissimo e preda anche di alcuni ladri che non esitavano a tagliare cavi dell’alta tensione o più innocue gronde.

Il 2007 la sorpresa per gli agricoltori sono stati gli aumenti dei concimi, ma non di tutti, in particolare di due tipologie: urea e 18.46, tra i più utilizzati in Italia in moltissime colture.
Aumenti dei prezzi nell’ordine del 10-15% in un solo anno, alla faccia dell’inflazione.
I bene informati fanno sapere che, finite le scorte, i produttori hanno immesso i nuovi lotti con “adeguamenti” del prezzo che tenevano conto dell’aumento dei costi di produzione ma anche di quelli di trasporto.
Strano che, altri prodotti, come il nitrato ammonico, non hanno subito gli stessi “adeguamenti” di prezzo in rapporto a unità fertilizzante. Anzi, ciò che era più conveniente, l’urea, è divenuto più caro. Ecco la dimostrazione:
Prezzo per unità fertilizzante del nitrato ammonico = 1,1 euro / Kg N (21-22 euro /qle, 26% N/qle)
Prezzo per unità fertilizzante di urea = 1,3 euro / Kg N (circa 35 euro/qle, 46% N/qle)

I costi di produzione salgono vertiginosamente anche se nessuno studio ha messo in evidenza, con dovizia di particolari, dell’incidenza degli aumenti dei fattori di produzione, quali sono gasolio, rame e concimi, sui conti delle aziende agricole.
Strano, in realtà, perché rendere visibili quanto si sono ridotti i margini di guadagno delle imprese rurali può essere argomento valido e forte per far cessare le continue lagne sull’agricoltura, settore assistito e sugli agricoltori, parassiti dello Stato e dell’Unione europea.
Già, perché, nello stesso periodo, i prezzi, all’ingrosso, delle principali derrate alimentari non sono affatto aumentati, anzi.
Lo dimostrano i listini delle borsi merci ma anche dati marcoeconomici, vorrà infatti pur dire qualcosa che il Pil agricolo è quello che cresce con più fatica, arrivando persino, due anni fa, a segnare una passività… e recessione fu.
E’ ora di finirla di fare i buoni samaritani.

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