La voce dell'agronomo

Non fidatevi degli agronomi: non sanno neanche gestire i loro risparmi!

La legge elettorale dell'Epap è da cambiare. Ammetterlo è un atto di onestà intellettuale. Non esiste solo la competenza, anche flessibilità e apertura al confronto sono doti essenziali di un buon amministratore

12 giugno 2020 | Alberto Grimelli

Ho stima personale per Stefano Poeta, attuale Presidente Epap, la Cassa di previdenza di agronomi, geologi, chimici e attuari. Non sono annoverabile tra la schiera dei detrattori a prescindere del suo operato in questi cinque anni.

Ritengo però l'attuale legge elettorale per Epap un “porcellum” (copyright Senatore Roberto Calderoli) molto grave.

Le mie perplessità sui meccanismi perversi del premio di maggioranza le ho già evidenziate qualche settimana fa e non mi soffermo se non per un aspetto che trovo odioso: l'esclusione di fatto dell'opposizione dagli organi collegiali. La governabilità è garantita da una solida maggioranza, non dall'esclusione dell'opposizione, la cui utilità di stimolo e pungolo è invece universalmente riconosciuta. Prova ne è che, di solito, le economie di dittature e oligarchie non sono le più floride sulla Terra.

La forte limitazione della candidabilità, con paletti assai discutibili, mi è altrettanto odiosa. Gli amministratori di Epap, infatti, non sono chiamati a sole scelte gestionali sul patrimonio dell'Ente (altrimenti non servirebbero elezioni, basterebbe un George Soros qualsiasi) ma anche, e direi soprattutto, a decisioni politiche sulla distribuzione degli auspicabili extra-rendimenti e un welfare a misura dello sviluppo professionale delle categorie (ad esempio, più previdenza o assistenza?).

Una decisione politica non è soggetta, per principio democratico, al criterio di competenza ma a quello di rappresentanza.

Tra l'altro gli attuali paletti alla candidabilità, istituiti sulla base del principio di competenza, sono decisamente opinabili: la partecipazione a organi collegiali ordinistici, dell'Epap e/o di Enti pubblici o privati non è di per sé indice di competenza. Posso aver anche partecipato alla gestione di innumerevoli Enti o aziende, facendoli fallire tutti, sono per questo competente? No, semplicemente farò fallire anche l'Epap...

Le precedenti leggi elettorali di Epap hanno sempre privilegiato il principio di rappresentanza su quello di competenza, con limitazioni assai labili sulle candidature. Riequilibrare i due requisiti non è di per sé negativo ma oggi il principio di competenza, e con paletti assai discutibili, prevale nettamente su quello di rappresentanza.

Non credo che il legislatore intendesse questo quando stabilì, con la legge istitutiva delle Casse (Dlgs 509/1994), all'articolo 1 comma 4 b la “determinazione dei requisiti per l'esercizio dell'attività istituzionale, con particolare riferimento all'onorabilità e professionalità dei componenti degli organi collegiali e, comunque, dei responsabili dell'associazione o fondazione. Tale professionalità é considerata esistente qualora essa costituisca un dato caratterizzante l'attività professionale della categoria interessata”.

Tra l'altro, il regolamento elettorale per le quattro elezioni precedenti ha sempre considerato che la professionalità e la competenza di un iscritto all'Ordine fosse sufficiente a divenire membro degli organi collegiali Epap. Oggi non è più così. L'Epap, con il nuovo regolamento elettorale, ha dato agli iscritti, di fatto, degli incompetenti. E' come affermare al mondo: non fidatevi troppo degli agronomi, la loro competenza non è neanche sufficiente a gestire i loro stessi risparmi. Bella pubblicità davvero!

Si tratta di una diminutio dell'immagine professionale della categoria, ad opera della propria stessa Cassa, senza neanche averla concordata con il Conaf, ovvero il Consiglio dell'Ordine nazionale, che non è stato minimamente coinvolto nel processo decisorio sulla legge elettorale Epap.

Inutile girarci attorno: questa legge elettorale è un vero e proprio “porcellum”.

Ho sentito più volte, nelle ultime settimane, esponenti della lista Epap Futura difendere l'indifendibile, anche contro il buon senso, quando sarebbe stato molto più onesto intellettualmente ammettere le storture e rendersi disponibili a modifiche e correzioni. Proprio non comprendo la cieca intransigenza nel difendere la perfezione del sistema elettorale vigente ben sapendo che la perfezione non appartiene a questo mondo e tutto è migliorabile.

Sono sempre molto preoccupato quando amministratori, che siano privati o pubblici, si dimostrano pervicacemente ostinati e inflessibili. Si dimostreranno tali anche di fronte a scelte, magari gestionali, palesemente errate. Tale è la mia impressione, confermatami da alcune recenti discussioni social, su diversi candidati della lista Epap Futura.

Non voto solo un programma ma anche persone che lo incarneranno.

Onestamente non mi posso fidare, quindi affidare il mio voto e dare mandato di rappresentanza, di chi fa della rigidità di pensiero un dogma. Sarei stato certamente più combattuto nella mia preferenza, che come avrete ormai capito va alla lista Epap Voce agli Iscritti, nel caso avessi visto una diversa propensione all'ascolto e al confronto, oltre a una maggiore elasticità da parte della lista contrapposta. Dalla natura abbiamo imparato che anche i rami in apparenza più solidi, se troppo rigidi, si spezzano.