La voce dell'agronomo 25/11/2006

FORTI PRESSIONI SULL’EUROPA. CI SONO FORSE DUBBI SULLA FINE DEGLI AIUTI ALL’AGRICOLTURA A PARTIRE DAL 2013?

Il settore rurale se la dovrà cavare con le proprie gambe. Per quanto tempo l’Unione europea potrà infatti resistere alla serie di ammonimenti e avvertimenti? Anche i Paesi del Pacifico pongono l'Ue sul banco degli imputati


L’avvertimento all’Unione Europea è contenuto nel documento finale del vertice dei Paesi del Pacifico che ammonisce sul rischio di “gravi conseguenze” in caso di mancata ripresa dei negoziati all’Organizzazione mondiale del Commercio (Wto) sul terzo round di Doha.
Le trattative si sono bloccate in luglio a seguito dei dissidi fra Usa e Ue sulla riduzione dei sussidi all’agricoltura e da Hanoi l’Apec si è impegnata a “non lesinare sforzi per rompere l’attuale stallo e raggiungere un esito bilanciato”. In concreto la “Dichiarazione di Hanoi sull’agenda di Doha” mette in risalto la disponibilità a “ulteriori riduzioni nei sussidi all’agricoltura al fine di aprire nuovi mercati ai prodotti agricoli”, invocando anche maggiori accesso ai mercati per i prodotti industriali e facilitazioni commerciali.

Sebbene il testo non faccia esplicito riferimento all’Ue, il messaggio è diretto a Bruxelles: l’Apec, che somma oltre la metà del commercio del Pianeta, è disposta a riduzioni dei sussidi agricoli e chiede all’Europa di fare altrettanto.
Affinché l’Europa abbia ben chiaro cosa potrebbe significare il collasso della trattativa al Wto, l’Apec ha aggiunto l’impegno a lavorare per realizzare entro il 2020 l’area di libero scambio del Pacifico rilanciata dal presidente americano, George W. Bush, nel discorso di Singapore.

Avvertimenti e ammonimenti che paiono proprio minacce.
La Vecchia Europa, ovviamente, non potrà fare a meno dei mercati asiatici.
Ecco allora che l’esito finale è piuttosto scontato. Il 2013 segnerà la fine dei sussidi agricoli. Qualche aiuto probabilmente permarrà ma sarà praticamente ininfluente per i bilanci delle imprese rurali.
Speriamo almeno che l’Unione europea si impegni seriamente nella difesa della sicurezza alimentare, dei marchi tradizionali, delle denominazioni d’origine. Sono questi gli unici baluardi, le ultime difese per il nostro settore primario, protezioni che possono difendere la nostra agricoltura ma anche i cittadini europei di fronte a un’invasione di prodotti a basso prezzo ma anche di bassa qualità e sulla cui salubrità sorgono molti dubbi.

di Alberto Grimelli