La voce dell'agronomo 18/11/2006

ECCO I TAGLI ALL’AGRICOLTURA DELL’UNIONE EUROPEA. SCOMPARIRANNO 850 MILIONI DI EURO, SENZA NESSUN CLAMORE

Da 43,6 a 42,8 miliardi. Proprio così. Bruxelles conta di risparmiare, il prossimo anno, molte centinaia di milioni di euro sottraendoli dal settore rurale. Saranno le riforme della Pac e delle Ocm a comportare infatti i maggiori risparmi. L’Unione europea taglia ancora, ma di nascosto


Nel 2007 i Paesi dell’Unione europea risparmieranno oltre 850 milioni di euro di spese per la politica agricola comune (Pac) nel bilancio Ue.
238 milioni di euro, a cui si aggiungeranno 43 milioni di multe nel settore lattiero, deriveranno da controlli e recuperi per una cattiva gestione dei fondi comunitari.
Sul fronte dei mercati, invece, Bruxelles prevede una riduzione dei crediti per il settore degli ortofrutticoli che a breve sarà al centro dei negoziati europei per la riforma dell'organizzazione comune di mercato. I fondi passeranno da 1,407 a 1,324 miliardi di euro.
Il prossimo anno, sono stimati al ribasso anche i crediti per i cereali in seguito alla diminuzione della produzione e all'aumento dei prezzi (-178 milioni), per la carne bovina (-35 milioni), per i prodotti lattiero-caseari (-31 milioni) e altre sovvenzioni all'export (-45 milioni).

Ecco che i tagli voluti da Blair diventano realtà, un poco alla volta.
Sapevamo, ormai, che l’agricoltura non era più una priorità per l’Unione europea. Sapevamo che ai politici e ai burocrati di Bruxelles mancava il coraggio di tagliare alla luce del sole.
I risparmi preventivati dalla Commissione sono l’ulteriore conferma che le recenti riforme della politica agraria comunitaria così come delle organizzazioni comuni di mercato sono state studiate unicamente al fine di ridurre pesantemente i budget, magari in maniera occulta.
Sospettavamo, ora ne abbiamo la certezza.
Miliardo qui, miliardo lì quanto resterà nel 2013 al mondo rurale? Poco o nulla.
Segno anche di un fallimento. L’agricoltura era l’unico settore economico-sociale che godeva unicamente di finanziamenti e contributi decisi e stabiliti dall’Unione europea. Nessuno aiuto di Stato era ammesso.
Tra cinque o sei anni, se le scelte e le decisioni di Bruxelles continueranno a essere queste, se si persevererà lungo questa linea, si vedranno molti più cartelli “vendesi” nelle nostre campagne, sempre che, prima, le aziende agricole non cadano nelle voraci mani delle banche.

di Alberto Grimelli