La voce dell'agronomo

L’AGRICOLTURA ITALIANA E’ SENZA VOCE, MENTRE IN FRANCIA SI ALZA AUTOREVOLE QUELLA DI CHIRAC

Chi difende il settore rurale italiano? Il Ministro dell’agricoltura, certo, ma chi altro? Nessuno, anzi spesso si odono critiche e accuse ai contadini. Raramente i problemi del comparto primario assurgono ai vertici istituzionali

21 ottobre 2006 | Alberto Grimelli

Pochi probabilmente sanno che Chirac, prima di divenire Capo di Stato francese, è stato Ministro dell’agricoltura nel 1972.
Probabilmente l’odierno interesse e attenzione verso il mondo rurale hanno le loro origini proprio da quella esperienze. Un educativo passaggio, come lo stesso Chirac ha ribadito in più occasioni.
In Italia, purtroppo la poltrona di Ministro dell’agricoltura, non ha mai portato lontano chi vi si è seduto. Tornando indietro nel tempo, anzi, molti inquilini di via XX settembre sono poi caduti nell’oblio. Come dire, tocca quella sedia e poi muori, almeno politicamente.
Non è tra le poltrone più ambite dal Governo. Nel totoministri, alla formazione di ogni nuovo esecutivo, viene spesso ignorata, è un Ministero con portafoglio ma con poco peso politico e ancor meno visibilità, meglio lo Sport insomma.
L’agricoltura italiana sconta, tra le sue croniche debolezze, anche la mancanza di figure politiche di prestigio, che abbiano alte ambizioni istituzionali. Spesso il Ministero dell’agricoltura viene visto come un passaggio obbligato, da cui fuggire appena possibile. Come ha fatto Alemanno che, pur di nulla, ha preferito autocandidarsi alla poltrona di Sindaco di Roma, una corsa con poche probabilità di successo ma meglio che rimanere legato all’immagine di Ministro dell’agricoltura.
Meglio, insomma, un fallimento piuttosto che quella scomoda poltrona.

L'agricoltura “è al cuore delle sfide del secolo: la sfida alimentare, la sfida ecologica, la sfida della potenza economica”, “quello di cui abbiamo bisogno non è meno agricoltura”, ma di “una nuova ambizione agricola”.
Quanto mi sarebbe piaciuto che queste parole fossero state pronunciate da Napoletano o Prodi o Berlusconi. Invece sono dichiarazioni di Chirac, rimbalzate in tutta Europa sulle pagine dei giornali, nelle rassegne stampa, su radio e televisioni.
Ma non sono solo le alte autorità istituzionali francesi a occuparsi di agricoltura. E’ nota la battaglia del britannico Tony Blair per lo smantellamento della politica agraria comune. Anche in questo caso fiumi di inchiostro sono stati versati.
L’Italia resta ai margini, anche perché la voce di De Castro, pur assolutamente rispettabile e competente, non avrà mai la stessa autorevolezza di quella di un Presidente della Repubblica o di un Premier.

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