La voce dell'agronomo 30/09/2006

UN’APPREZZABILE INIZIATIVA A SOSTEGNO DELL’AGROALIMENTARE MADE IN ITALY

Le fiere sono importanti strumenti di promozione e una occasione di incontro, ma negli ultimi anni questa formula già desueta sta soffrendo. Occorrono scelte innovative, nuove strategie e maggiore coordinamento. Cibus e Vinitaly si alleano: siamo sulla buona strada


Negli ultimi dieci anni le fiere si sono moltiplicate, decuplicate.
Anche i centri minori hanno grandi velleità ed è così che le rassegne “nazionali” sull’agroalimentare sono divenute decine, ne ho contate più di cinquanta nel 2006.
Molte, forse troppe.
Seguirle tutte è divenuto un lavoro.
Certo, vi sono fiere più importanti di altre, teoricamente impedibili, perché dovrebbero presentare e rappresentare il meglio del Made in Italy.
Vi sono tuttavia, tra i vari Enti Fiera, delle fortissime rivalità, alle volte tali da far dimenticare il vero obiettivo delle manifestazioni: promuovere l’agroalimentare italiano.
Ne è risultato che, negli ultimi anni, la formula della fiera di settore è in stato di sofferenza. Per rilanciare queste rassegne come strumento di promozione, vetrina del Made in Italy e occasione di incontro tra aziende e clientela occorrono nuove strategie, scelte innovative ma anche politiche coordinate.
Pareva un’illusione, al limite della fantascienza. E’ vero.
Nuove prospettive sono nate dall'incontro di due grandi Fiere: Cibus di Parma e Vinitaly di Verona. Un'alleanza, sostenuta dal Mipaaf, tra due realtà che ambiscono ad affermarsi sempre più come principali ambasciatrici del primato alimentare e gastronomico italiano, un asse che deve rafforzarsi per affrontare efficacemente la concorrenza e potenziare il proprio profilo internazionale.
"Nel corso dell’incontro - ha affermato il Ministro De Castro - ho tenuto a sostenere l'opportunità di realizzare politiche di coordinamento tra il Ministero e le due fiere, Cibus e Vinitaly. E' importante che entrambe si sviluppino ulteriormente valorizzando la propria distintiva specializzazione, frutto di una preziosa e lunga tradizione di ricerca e qualità".
Durante la riunione sono anche state valutate le prospettive future di Buonitalia, società vocata all’affermazione e alla tutela del made in Italy, per la quale sono da pochi giorni anche stati designati i nuovi vertici.

di Alberto Grimelli