La voce dell'agronomo 23/09/2006

PER FAVORE, ALMENO NON CHIAMATELI ISPETTORI AMBIENTALI

L’Italia degli sprechi continua a ingrassare, nonostante l’austerity. 70 persone assunte, a tempo indeterminato, per contare i tombini. Una pomposa qualifica per 800 euro al mese di stipendio. Una situazione “temporanea” per l’amministratore delegato di Palermo Ambiente


Una recente inchiesta giornalistica ha svelato i nomi di 397 persone assunte, dall’amministrazione comunale di Palermo o da aziende collegate, senza concorso.
L’incredibile scusa di tutelare la privacy degli interessati è infine dovuta cadere e si è scoperto che i fortunati erano amici o parenti di politici.
Ormai, per situazioni di questo tipo, neanche ci si scandalizza più, fanno quasi parte del costume italiano. Paese di furbi, anzi di furbetti e di raccomandati.
Tale caso non varrebbe neanche un commento se non per il fantasioso incarico ideato per 70 persone che dovranno contare tombini. 800 euro al mese e la qualifica di ispettori ambientali.

Ad assumere direttamente a tempo indeterminato i contatori di tombini è stata nove mesi fa l’azienda “Palermo Ambiente”, che si occupa della gestione integrata dei rifiuti.
Al fine di salvare la faccia, una volta emersa l’impresentabile vicenda, l’amministratore delegato dell’azienda ha precisato che si tratta “di una situazione temporanea e che le attività della società devono essere ancora delineate.”
Essendo l’Italia il Paese dove il temporaneo diventa definitivo e il definitivo risulta temporaneo, non mi stupirei se questi neoassunti andassero in pensione non avendo fatto altro nella vita che contare tombini.

L’utilità di questo impiego mi sfugge. Sfuggono invece a tanti ben altri epiteti per i 56.000 euro mensili, più i contributi, che ci costano questi novelli ispettori ambientali.
Lavoro umile, non per questo meno dignitoso, ma qualifica importante, che fa rodere di rabbia quanti pensano che tale titolo spetti a chi svolga ben altre mansioni, magari di maggiore responsabilità e con una effettiva efficacia nella salvaguardia della natura, dell’ambiente e della salute pubblica.

L’invenzione di tale mestiere, che, siamo sicuri, sarà d’ispirazione per altre amministrazioni, rivela un notevole ingegno e abbondante creatività.
Puro “genio italiaco”, ma almeno, per carità, non chiamateli ispettori ambientali.

di Alberto Grimelli