La voce dell'agronomo

I SOLITI GIAPPONESI, SARA’ UN ROBOT A DEGUSTARE ALIMENTI E A SUGGERIRCI GLI ABBINAMENTI CIBO-VINO?

Una società nipponica sta sperimentando un automa in grado di svolgere il compito di un analista di laboratorio e di un assaggiatore. Mediante tecnologia spettroscopica a infrarossi sa identificare i singoli componenti chimici e fornire giudizi

09 settembre 2006 | Alberto Grimelli

Il robot, progettato come bambola alta 60 centimetri, è rifornito di con tecnologia spettroscopica infrarossa, un processore e un software appositamente creato.
Il robot può anche parlare, descrivendo la composizione chimica dell’alimento analizzato e fornire un giudizio sulle caratteristiche nutrizionali e salutistiche. Ma può fare anche molto di più, se adeguatamente programmato.
Recentemente la Nec e l’Università di Mie hanno sviluppato le capacità del robot di “degustare” vino. Dopo essere stato appositamente istruito l’automa poteva assaggiare il vino ancor prima di essere stappato, fornendo una breve nota d’assaggio, oltre che suggerimenti sugli abbinamenti possibili.
In termini di spettri di assorbimento, le differenze fra differenti tipologie di vino sono di gran lunga meno complesse di quelle di altri tipi di alimenti. “Inoltre, poiché l'intenzione era generare un robot sommelier abbiamo incluso - ha dichiarato il responsabile del progetto – la possibilità di una interazione cliente-automa, perché il nostro robot sia in grado di individuare il vino che più si adatta ai gusti del cliente.”
Naturalmente, visto che si tratta semplicemente di un software, sarà possibile che in futuro il robot possa consigliare anche rispetto ad altri tipi di cibi, in fondo è sufficiente ampliare la sua banca dati.
Se i progressi tecnici ottenuti dal gruppo di lavoro giapponese sono interessanti e intriganti, è tuttavia piuttosto inquietante che alla tecnologia vengano demandati anche compiti tipicamente umani.
La relazione, il rapporto, il confronto, l’assaggio, il gusto, la piacevolezza organolettica sono connotati che difficilmente concepisco possano essere replicati da automi o da intelligenze artificiali.
Mi ribello, anzi, a quello che considero un tentativo di omologazione e uniformazione.
Mi ferisce, mi indigna.
Poi penso, sono giapponesi…

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