La voce dell'agronomo

SI’ ALLA PUBBLICITA’. ABOLITE LE TARIFFE MINIME. LA RIVOLUZIONE PER I PROFESSIONISTI ARRIVA PER DECRETO LEGGE

Già firmato dal Capo dello Stato, è entrato in vigore il 4 luglio, data della sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Il decreto Bersani suscita molte polemiche e dure prese di posizione, anche gli Ordini sul piede di guerra

08 luglio 2006 | Alberto Grimelli

E’ entrato ufficialmente in vigore il decreto legge Bersani-Visco sulle liberalizzazioni, presentato dal Governo nella manovra finanziaria correttiva dello scorso 30 giugno.
Il DL n. 223 del 4 luglio 2006 è stato infatti pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 153 del 4 luglio ed è quindi in vigore.

Il decreto-legge prevede:
- l’abolizione delle tariffe minime dei professionisti;
- l’abolizione del divieto di farsi pubblicità;
- la possibilità di creare società professionali multidisciplinari;
- l’obbligo di tenere conti correnti dedicati per la gestione dell’attività professionale;
- il divieto di incassare i compensi in contanti.

Si tratta di una vera e propria rivoluzione che, sebbene nell’aria, ha colpito tutti come un fulmine a ciel sereno.
L’Unione europea aveva già aperto una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia, perché considerava illegittime e nocive della concorrenza le tariffe minime dei professionisti del nostro Paese. Con questo decreto legge il governo si è assicurato certamente la chiusura del procedimento da parte di Bruxelles ma ha scatenato polemiche.
Sebbene i professionisti italiani si siano mossi in maniera meno eclatante e teatrale rispetto ai tassisti, monta la rabbia per un decreto nato dall’oggi al domani senza alcuna concertazione.

“Il governo - sostiene Sirica, Presidente del Comitato unitario delle professioni - è intervenuto con l’accetta: l’abolizione dei minimi tariffari nel settore della progettazione, per esempio, rischia di minare la qualità dei progetti e di marginalizzare il ruolo dei progettisti liberi professionisti. I minimi tariffari sono solo indicativi e privi di valore obbligatorio. I loro importi inoltre sono vecchi di oltre dieci anni e non hanno subito nemmeno un balzo in avanti con l'introduzione dell'euro. Oltre a essere i più bassi d'Europa”.

Aggravi burocratici e disagi per il committente
I professionisti dovranno tenere conti correnti, separati da quelli personali, per la gestione dell’attività professionale (cui far confluire i pagamenti dei clienti e da cui prelevare le somme occorrenti per le spese professionali).
I compensi non potranno più essere incassati in contanti, ma soltanto mediante bonifico, POS, carte credito, bollettini di pagamento postale tracciabile (attualmente per pagamenti inferiori a 1.500 euro non è rilevato il codice fiscale di chi effettua l’operazione).

Parola d’ordine, contrattazione
Se è corretto, ma chi tra i professionisti non l’ha mai fatto, che si contratti col cliente la parcella, è decisamente più preoccupante la norma che collega il compenso al risultato della prestazione professionale.
Nessun risultato, nessuna parcella.
Se un avvocato perde la causa il cliente potrà quindi legittimamente non pagare alcunché.
La mercificazione della prestazione intellettuale.

Agevolati i grandi studi
Saranno i grandi studi ad avvantaggiarsi maggiormente della possibilità di fare pubblicità. Maggiori capitali da investire, maggiore visibilità e quindi anche più clientela.
La norma prevede e anzi agevola proprio questo processo dando la possibilità di creare studi multidiciplinari.

Le proteste
Il decreto probabilmente in parlamento subirà delle modifiche, in molti sperano che i 274 professionisti che lo compongono sappiano stralciare, migliorare o correggere le parti più irragionevoli della norma.
Intanto però cresce la rabbia. Dodici giorni di sciopero, dal 10 al 21 luglio, e una manifestazione conclusiva a Roma nell'ultimo giorno di astensione dalle udienze. Gli avvocati si preparano così a una lunga protesta contro il Decreto Bersani.
Quali altri Ordini seguiranno?

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