La voce dell'agronomo

DA OGGI SCATTA L’OBBLIGO DI UTILIZZARE BIOCARBURANTI, MA LA FILIERA NON E’ PRONTA

Entra in vigore la legge 81/2006. I carburanti, benzina e diesel, dovranno contenere l’1% di combustibili vegetali. Ma dove i petrolieri potranno reperire il bioetanolo, visto che non è ancora stato raggiunto l’accordo di filiera? Forse dall’estero?

01 luglio 2006 | Alberto Grimelli

Da oggi 1 luglio scatta l’obbligo per i produttori di carburanti di immettere in commercio miscele contenenti l’1% di combustibili vegetali.
La quota fissata salirà di un punto l'anno fino al 2010.
Nel 2006 nei serbatoi delle auto in circolazione in Italia dovranno essere utilizzate circa 400mila tonnellate di biocarburanti: 250mila di biodiesel e 150mila di bioetanolo ottenuti da colza, girasole e mais, e da sottoprodotti della lavorazione di vino e barbabietola.

Una realtà già molto diffusa in Europa e nel mondo come in Francia dove da tempo un proprietario di auto diesel su due viaggia utilizzando miscele con energia verde, sette raffinerie su tredici incorporano il biodiesel nel gasolio in percentuale del 5%, oltre trenta gruppi industriali utilizzano veicoli con biodiesel al 30% e nei prossimi tre anni verrà triplicata la produzione.

Ma siamo davvero in grado di rispettare i termini fissati dalla legge? O meglio i petrolieri, i proprietari degli impianti di distribuzione saranno in grado di poter offrire carburanti “verdi”?
No, perché non sono stati ancora raggiunti gli accordi di filiera che consentono di organizzare la produzione.
L’Italia, in questo settore è rimasta molto indietro. Nel 2005, secondo quanto rilevato dall'European Biodiesel Board, si sono prodotte 3,2 milioni di tonnellate di biocarburtanti. Oltre metà della produzione di biodiesel è stata realizzata in Germania, seguita dalla Francia con circa mezzo milione di tonnellate e con quasi 400mila tonnellate dall'Italia. Un quantità a fatica sufficiente a coprire il fabbisogno. Se consideriamo tuttavia che i biocombustibili sono utilizzati, oltre che per far viaggiare le auto, anche per altri scopi, ci scopriamo deficitari.
Come faranno dunque i petrolieri a rispettare il dettato della legge? Forse acquistando biodiesel e bioetanolo dall’estero?
Per fortuna no, almeno per il momento, perché la nuova normativa, al fine di garantire l'origine nazionale dei prodotti destinati a biocarburanti, prevede la stipulazione di intese di filiera, accordi quadro o di un contratto di programma e la garanzia di tracciabilità.
Si attende quindi un rinvio dell’effettiva entrata in vigore della legge 81/2006, sperando naturalmente che eventuali ripetuti ritardi nell’applicazione della norma non ci costringano a misure d’emergenza, ovvero a dover acquistare veramente biocarburanti dall’estero.

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