La voce dell'agronomo

AGRICOLTURA ASSISTITA? SI’ GRAZIE

Al nuovo Ministro delle Politiche agricole chiedo di sostenere con forza i sussidi e i contributi a favore del settore primario. Senza questi fondi il mondo rurale non può resistere, crollano i prezzi e diminuiscono i redditi. Gli agricoltori non devono solo pensare a produrre ma anche pensare all’ambiente e al territorio. Svolgono quindi anche un lavoro sociale

20 maggio 2006 | Alberto Grimelli

Il mondo rurale sta crollando, eppure non interessa a nessuno, anzi.
Continuano le operazioni demagogiche e populiste. Torna in auge una vecchia, ma feroce, critica: le vacche europee godono di un sussidio giornaliero pari al salario mensile di alcuni lavoratori africani. Statisticamente ineccepibile, economicamente meno. Infatti il potere d’acquisto dei 5 euro “incriminati” nei due continenti è tanto diverso da apparire abissale, improponibile quindi un confronto.
Ritornano inoltre i sostenitori del liberismo economico. Se le imprese agricole europee non resistono alla pressione della concorrenza internazionale – sostengono - meglio che chiudano i battenti, non si può assistere delle aziende inefficienti e degli imprenditori con le mani bucate.
Dimenticano purtroppo questi immacolati e puri idealisti che:
- la competizione con alcuni Paesi non è ad armi pari. Il costo della manodopera agricola in Italia è pari a circa 9 euro/ora, corrispondenti al salario giornaliero di un operaio cinese.
- agricoltura = alimentazione. In tema di sicurezza alimentare le nostre imprese sono soggette a una serie di restrizioni, verifiche e controlli che riducono consistentemente la competitività
- agricoltura = ambiente e territorio. Agli agricoltori viene chiesto di rispettare la natura, condizionalità e sostenibilità non sono più parole d’ordine ma obblighi che aumentano i costi di produzione
Appena si accenna a togliere alcune delle limitazioni che imbrigliano l’agricoltura del Vecchio Continente si scatenano le associazioni dei consumatori e quelle ambientaliste.
Non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca.
Non si può chiedere all’agricoltore di svolgere anche compiti e un ruolo sociale, di tutelare l’ambiente senza riconoscergli alcunché per questo impegno. E non basta una stretta di mano e una pacca sulle spalle.
L’agricoltura, di fronte alla difficile congiuntura economica, ha fatto, più di altri settori, la propria parte. Ha accettato cospicue riduzioni degli aiuti Pac e ha tenuto bassi i prezzi all’ingrosso, tanto che, a detta dell’Istat, il contributo del settore rurale al mantenimento di un basso tasso di inflazione nel 2005 è stato determinante.
Sacrifici ne sono stati fatti.
I redditi degli agricoltori si sono pericolosamente assottigliati.
E’ ora di dire basta.
Invito il nuovo Ministro De Castro a difendere orgogliosamente i sussidi agricoli, quali contributo della società al mantenimento del territorio, dell’ambiente e a garanzia di una sana alimentazione.

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