La voce dell'agronomo

Monini ha preso lucciole per lanterne ma si corregge: le api non fanno l'olio

La campagna di comunicazione del brand umbro cambia, da “le api fanno l'olio” a “le api e l'olio”. Dopo le critiche mosse da Teatro Naturale, un atto di intelligenza e al servizio della corretta informazione. Si dimostra così che scivolare sull'olio è veramente molto facile

06 aprile 2018 | Alberto Grimelli

Le api fanno l'olio, anzi no: le api e l'olio.

La comunicazione di Monini è un autogol, anzi era un autogol.

Dopo due articoli di Teatro Naturale: L'ultima fake news nel mondo dell'extra vergine d'oliva: le api fanno l'olio e Le api non fanno l'olio e nemmeno le olive, ecco la retromarcia.

Naturalmente ci fa molto piacere e il cambio di rotta lo consideriamo un atto di intelligenza, oltre che un servizio alla corretta informazione.

Per gli appassionati di enigmistica, vi proponiamo di seguito il prima e il dopo, nel classico gioco: scova le differenze.

Tolti gli errori più gravi sul rapporto tra api e olivo, resta quel che doveva essere fin dall'inizio: la presenza delle api come bioindicatori della salute del territorio, anche olivicolo. Due patrimoni vivi da salvaguardare, le api e gli olivi, che possono anche essere accostati, senza inutili forzature.

La prima campagna di comunicazione di Monini, oltre ad aver suscitato la nostra sorpresa per gli evidenti errori tecnici e informativi, aveva suscitato le perplessità di molti, oltre ad aver scatenato le ironie social.

Tralasciando le invettive, comunque spiacevoli, particolarmente divertente è stata la segnalazione di una nuova specie: le “api frantoiane” che sanno cavar l'olio dalle olive.

Decisamente più istituzionale la presa di posizione dell'Associazione Ambasciatori dei Mieli che sul suo sito commentava così: “Nel bene o nel male, purché se ne parli" diceva Oscar Wilde, la sua celebre frase torna alla mente nella recente querelle sul rapporto fra api e olive, nata dalla pubblicità dell'olio Monini. La maggiore esposizione mediatica delle api ha rivelato la tendenza del commercio verso una proposta più green, a volte solo all'apparenza, e il tentativo di cavalcare una nuova e sempre più diffusa sensibilità ecologica dei consumatori. Ma questo non giustifica semplificazioni o la diffusione di messaggi errati.”

Dispiace, ovviamente, che a scivolare sull'olio sia stato uno storico brand oleario italiano, con decenni di storia alle spalle, testimonianza di come l'olivo e l'olio siano materie da maneggiare con molta attenzione e cura.

Ben sappiamo che i nostri articoli hanno comunque fatto pubblicità all'iniziativa promozionale di Monini.

Tacere, avvallando di fatto un'informazione errata, avrebbe però significato violare quel patto siglato con voi quasi cinque anni fa: raccontarvi la realtà del settore olivicolo-oleario, nel bene e nel male, al meglio delle nostre capacità.

 

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