La voce dell'agronomo

ALL’AGRICOLTURA DI DOMANI SERVE UN CODICE DI AGROETICA

Anche un settore tradizionalista e scarsamente propenso all’innovazione, quale quello rurale, si sta sempre più avvantaggiando di tecniche e tecnologie all’avanguardia. Si pongono problemi etici e morali, Prima che vengano imposti limiti e paletti occorre un codice di autoregolamentazione

13 maggio 2006 | Alberto Grimelli

L’agricoltura non ha un peso economico ragguardevole ma ha una rilevanza sociale ed ambientale che non ha pari. L’agricoltura interviene direttamente sul territorio, talvolta mutando la morfologia dei luoghi, prevenendo o favorendo fenomeni ad elevato impatto sulla natura, sui suoli, sulla vegetazione, sulle acque profonde e superficiali.
L’evoluzione e l’innovazione tecnica e tecnologica nel mondo rurale ha portato, negli ultimi anni, a un aumento considerevole del potere dell’uomo sull’ambiente.
Non si tratta solo di Ogm, ma anche dell’impatto della meccanizzazione diffusa, dell’uso capillare di agrofarmaci e diserbanti, della selezione e del miglioramento genetico. Stiamo parlando dell’intero corpus delle conoscenze e delle tecniche agronomiche degli ultimi anni che hanno, di fatto, industrializzato il mondo agricolo.
Fino a dove ci si può spingere? Fino a dove ci si deve spingere?
Fino a che punto l’uomo, l’agricoltore, il tecnico e il ricercatore possono piegare la natura alla propria volontà?
Esistono, o devono esistere, limiti etici e morali?
L’ecocompatibilità, la sostenibilità, il rispetto della natura devono essere considerati valori, punti fermi?
Fino a pochi anni fa la risposta a queste due ultime domande probabilmente sarebbe stata negativa, quasi ostile a porre qualsiasi divieto o restrizione. L’euforia tecnologica, quando pare va che tutto potesse essere risolto da una macchina o da una formula chimica, non si era ancora esaurita.
Oggi lo scenario è mutato.
Prendendone atto, occorre correre ai ripari.
Il legislatore, tanto quello comunitario quanto quello nazionale, stanno intervenendo sempre più massicciamente, imponendo vincoli e paletti. Agiscono spinti dall’emergenza oppure da fatti contingenti. Nei consideranda di molti provvedimenti tecnici e specialistici sono spesso incluse delle motivazioni morali ed etiche, linee guida che però non sempre risultano coerenti e talvolta sono impregnate di un cieco idealismo.
Il mondo rurale deve dimostrare la propria maturità.
Deve dar prova di saper avviare un serio dialogo interno volto alla definizione di un codice di agroetica, ovvero un sistema di autoregolamentazione che fissi i limiti etici e morali entro cui l’agricoltore, il tecnico, il ricercatore possono agire ed operare.

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