La voce dell'agronomo

PRONTA UNA BOZZA DEL PIANO STRATEGICO NAZIONALE, PRELUDIO DEI PSR REGIONALI

Fissati i cardini dei prossimi piani di sviluppo rurale 2007-2013. Dopo il via libera di Bruxelles saranno le Regioni a redigere le norme attuative che dovranno essere poi approvate dalla Commissione Ue. Poche speranze di veder erogati i contributi già dall’anno prossimo

14 gennaio 2006 | Alberto Grimelli

Il processo di costruzione del Piano Strategico Nazionale fu formalmente attivato il 3 febbraio 2005 attraverso l’approvazione in Conferenza Stato-Regioni del documento “Orientamenti nazionali per la redazione di un Piano Strategico Nazionale nel settore dello Sviluppo Rurale”.
A quasi un anno di distanza è stato presentata una bozza che verrà discussa con gli organi comunitari.

Tre sono i grandi obiettivi strategici generali:
1) crescita della competitività del settore produttivo in quanto tale;
2) miglioramento del contesto ambientale e socio economico dei territori;
3) miglioramento della efficienza del sistema di governance, da livello nazionale a quello territoriale.
Per quanto riguarda l’impianto fondamentale dei quattro Assi questi sono ampiamente confermati e rappresentano specifica declinazione nazionale delle priorità comunitarie tenuto conto delle specificità e dei fabbisogni della nostra agricoltura.
Per l’Asse I “Miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale”, sono individuati quattro obiettivi: consolidamento e sviluppo della qualità della produzione agricola; promozione dell’innovazione e dell’integrazione lungo le filiere e creazione e/o miglioramento delle dotazioni infrastrutturali ed il miglioramento della capacità imprenditoriale.
Per l’Asse II “Miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale”, sono individuati tre obiettivi: conservazione della biodiversità e tutela e diffusione di sistemi agro-forestali ad alto valore naturalistico; tutela qualitativa delle risorse idriche superficiali e profonde ed aumento della produzione di biomassa e diffusione di pratiche ed attività per la riduzione dei gas di serra.
Per l’Asse III “Qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione dell’economia rurale” sono infine individuati due obiettivi: miglioramento dell’attrattività dei territori rurali per le imprese e la popolazione e il mantenimento e creazione di nuove opportunità occupazionali in aree rurali.
Per l’Asse IV “Leader” sono altrettanti due gli obiettivi: rafforzamento della capacità progettuale e gestionale locale e miglioramento della partecipazione locale alla definizione delle politiche.
In termini di equilibrio finanziario le quote destinate ai singoli assi dovrebbero collocarsi intorno alle seguenti percentuali:
- Asse I: 40%.
- Asse II: 45%.
- Asse III: 15%.

A seguito delle decisioni di Bruxelles e delle eventuali, ma probabili, modifiche che dovranno essere apportate è facile prevedere che difficilmente le Regioni potranno mettere mano alla redazione dei Piani di Sviluppo Rurale prima di qualche mese.
Tenuto conto delle doverose necessità di concertazione è improbabile che tali documenti possano essere pronti prima della fine del 2006. Considerando che, prima di divenire operativi, dovranno essere sottoposti al vaglio della Commissione Ue, è altamente improbabile, secondo gli stessi pareri delle autorità regionali, che i primi contributi possano essere erogati già a partire dal 2007.

Un ritardo ingiustificabile e inqualificabile, dato che di Piani di Sviluppo Rurale, tanto nella loro modulazione che nella dotazione finanziaria si è iniziato a discutere almeno tre anni fa.
La burocrazia ha i suoi tempi, purtroppo, temo però che questi, più passa il tempo, più sono destinati a dilatarsi.

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