La voce dell'agronomo 03/09/2005

IL MONDO AGRICOLO E' UNA PENTOLA A PRESSIONE PRONTA A ESPLODERE

Dalla fine di luglio non è cambiato poi molto. Allora furono i frutticoltori a protestare, oggi sono i viticoltori e gli orticoltori. Mutano le colture ma non cambiano gli scenari. La crisi che attanaglia il settore agricolo rischia di far precipitare la situazione. Dopo la rivolta in Puglia, è la Sicilia che manifesta irrequietezza. Si prospetta un autunno caldo


Fu la Coldiretti dell'Emilia Romagna a lanciare l'allarme a luglio. I prezzi all'ingrosso delle pesche non garantivano un'adeguata redditività, anzi, talvolta erano più bassi del puro costo di produzione.
Una condizione insostenibile.
Qualche giorno fa sono stati i viticoltori e i produttori di pomodori pugliesi a protestare, stavolta in modo meno pacifico.
Blocchi stradali e manifestazioni spontanee che hanno costretto lo stesso Ministro Alemanno a scomodarsi, raggiungendo qual di Bari, suo territorio elettorale. Un blitz che ha portato a un risultato concreto, un aiuto supplementare agli agricoltori per affrontare una crisi di mercato che non ha precedenti. Sussidi che, dal Presidente della Regione Vendola, sono stati additati come incentivi alla qualità, solo perchè, per godere degli aiuti, i produttori devono rispettare alcuni parametri, comunque facilmente conseguibili. Quasi che vi fosse paura a affermare che, nell'attuale situazione, con i prezzi all'ingrosso che precipitano, l'intero comparto agricolo del nostro Paese non sta in piedi. Non può reggersi da solo, occorre un cospicuo soccorso finanziario dall'esterno.
L'Unione europea sta abdicando a questo ruolo, con una riduzione sempre più consistente degli aiuti alla produzione e degli altri finanziamenti.
Lo Stato può permettersi un altro abbandono delle campagne? No.
No, perchè gli agricoltori andrebbero a ingrossare le file dei disoccupati o dei sottoccupati, creando così nuove tensioni sociali.
No, perchè lasciare le aziende, in particolare nelle zone marginali significa allentare il presidio e la difesa dell'ambiente e del territorio.
No, perchè se l'Italia ha una vera ricchezza, unica e irripetibile, è il proprio patrimonio culturale, di cui i prodotti agricoli fanno parte a pieno titolo.

Con la distillazione di crisi, per la scorsa campagna, non ancora definita, è probabile pensare a un'altro anno di prezzi in calo per uva e vino. Tempi di magra per i viticoltori.
Nulla di confortante neanche per quanto riguarda il settore olio di oliva. La Spagna, nonostante si prospetti una pessima annata, ha giacenze rilevanti. Le primissime previsioni di produzione indicano che sarà una buona campagna per l'Italia, il che fa presupporre prezzi piuttosto bassi per l'olio extra vergine d'oliva.
Non possono sperare in nulla di meglio neanche gli orticoltori, almeno stando al trend mostrato negli ultimi mesi.
Ci aspetta un altro autunno caldo.

di Alberto Grimelli