La voce dell'agronomo

Chi ha sbagliato i conti? L'Epap o la Corte dei Conti?

Botta e risposta tra Arcangelo Pirrello, presidente dell'Epap, e Alberto Grimelli. Un confronto pubblico, aperto e trasparente. Come viene investito il patrimonio dell'Ente? Affermazioni perentorie e qualche dubbio

23 febbraio 2013 | Alberto Grimelli

A seguito della lettera aperta al Presidente dell'Epap: Gestione Epap. E' ora di cambiare: mors tua, vita mea, il Presidente dell'Ente, Arcangelo Pirrello, ha voluto replicare con una lettera a un collega.

Un botta e risposta che vuole aprire un confronto pubblico sull'Ente di Previdenza e Assistenza Pluricategoriale.

 

Gentile Presidente Pirrello,

la ringrazio sentitamente per la sua risposta. Le lettere aperte sulle riviste, come è Teatro Naturale, servono appunto a questo: ad aprire un dialogo. Un confronto che preferisco pubblico, aperto e trasparente. Tutto alla luce del sole.

Esattamente come i conti dell'Epap o meglio i bilanci. Credo che, su questo punto, sia stato lei a fraintendere. Mai mi sarei permesso di insinuare che vi si un occultamento di passività nei bilanci o comunque zone grigie. Mi sembra anzi tutto fin troppo chiaro e per questa ragione sono seriamente preoccupato, anche perchè, purtroppo, le risposte fornite non sono soddisfacenti.

Analizzo prima di tutto la sua personale “interpretazione” della determinazione della Corte dei Conti che lei ha definito “ingenerosa”. In realtà io so che le determinazioni, al pari delle ordinanze e delle sentenze, si rispettano e non si interpretano ma potrei sempre sbagliarmi. In base alla sua ricostruzione dei fatti, inoltre, alla Corte dei Conti ci sarebbero degli incompetenti che non saprebbero neanche fare delle semplici somme algebriche. Mi permetta di dubitarne, in attesa delle doverose verifiche. Rivedo nel suo atteggiamento un film già visto: il controllato che, punto sul vivo, critica il controllore, cercando di delegittimarne competenza e professionalità. Generalmente diffido di simili comportamenti. E non sono il solo. Ho infatti scoperto che altri professionisti, ben più autorevoli ed esperti del sottoscritto, hanno visto nelle determinazione della Corte dei Conti forti motivi di preoccupazione. Chi? Il suo stesso Consiglio Nazionale, quello dei Geologi, che mi risulta averle scritto, in proposito, il 30 gennaio scorso. Leggo e riporto: “Questo Consiglio Nazionale dei Geologi, in ossequio alle attribuzioni che gli vengono attribuite per legge, invita dunque l'Ente a voler far proprie le indicazioni della Corte dei Conti ed a voler informare questo Consiglio Nazionale sulle azioni che si intendono porre in essere per far fronte alle criticità evidenziate.” Non proprio una carezza. Mi sembra piuttosto un richiamo all'ordine e bello secco. Quasi uno schiaffo.

Lo stesso che mi sembra di aver ricevuto quando ho letto la sua frase: “E’ vero, nel 2012 abbiamo avuto un rendimento medio (sull’intero patrimonio investito) di circa il 4%, lo confermo e ne siamo particolarmente orgogliosi.” C'è poco da interpretare in questo caso. Nella mia precedente lettera aperta certo non volevo suggerire di investire l'intero patrimonio in Btp. Mi limitavo a ventilare l'ipotesi che ottenere il 4% di rendimento non fosse poi un successo di cui vantarsi, anche in base alla mia esperienza personale. Pur non chiamandomi George Soros, sui miei modesti risparmi, investiti in banali fondi, l'anno passato ho ottenuto un rendimento del 15%. E' questo il mio metro di valutazione. Limitato? Può essere. Anche in questo caso sarà necessario un approfondimento.

Non è un'allucinazione, quanto vorrei che lo fosse, che il fondo di riserva dell'Epap è crollato di quasi cinquanta milioni di euro in pochi anni. Un crollo che non può essere passato inosservato né alla vituperata Corte dei Conti né al Ministero vigilante.

Vero è che non si può utilizzare il fondo di riserva per aumentare i montanti né per altre operazioni, come un aiuto concreto ai giovani, di cui parlerò più avanti. Come da lei stesso accennato, gli enti previdenziali, tra cui l'Epap, hanno chiesto ripetutamente di utilizzare le plusvalenze per l'incremento delle pensioni. Perchè Ministero e Parlamento hanno sempre risposto picche? Siamo assolutamente certi che i disastri finanziari degli ultimi anni non abbiano minimamente influito? Oppure, leggendo i bilanci degli Enti, con l'Epap maglia nera, ha vinto un principio di precauzione? Ovvero di sfiducia nella capacità gestionali autonomi degli enti? Io, onestamente, mi sarei comportato nella stessa maniera, salvaguardando il minimo, piuttosto che attribuire ancora maggior discrezionalità a chi ha dimostrato portare scarsi risultati gestionali.

In ultimo un commento sulle agevolazioni per i giovani. Che razza di agevolazione è quella in cui gli si taglia la pensione futura? Non ti faccio pagare ora, per aiutarti, ma in compenso morirai di fame da vecchio. Non ne colgo la logica. I contributi figurativi sarebbero una sperequazione nei confronti dei vecchi? Ogni agevolazione, se è reale, porta a un minimo di sperequazione rispetto a chi, tale aiuto, non l'ha avuto. La prego, non si nasconda dietro alle leggi. La proposta a Ministero e Parlamento si può fare, come ha evidenziato in merito all'aumento dei montanti. Il vero problema è che manca la volontà da parte dei nostri dirigenti Epap. Meglio allargare le braccia: “lavoro che scarseggia sia per giovani, sia per anziani.” piuttosto che cercare e lottare per soluzioni all'attuale stato di crisi e per il futuro dei professionisti.

Continuerò a leggere con interesse i suoi interventi anche se è probabile che mi provocheranno altri travasi di bile, anche perchè non vedo alcun suo ripensamento o cambiamento di rotta. Così si va a sbattere... almeno lo farò ad occhi ben aperti.

Cordiali saluti

Alberto Grimelli

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