La voce dell'agronomo

Extra vergine spagnolo nelle sabbie mobili. Le incrinature del monolita iberico

Polemiche e plateali dimissioni nell'Interprofessione. Cose mai viste, come i tre aiuti all'ammasso privato in pochi mesi. Non è però il caso di ridere sulle disgrazie altrui

09 giugno 2012 | Alberto Grimelli

Ops! E se scoprissimo che il gigante spagnolo ha i piedi d'argilla?

In Italia, per anni, abbiamo guardato al comparto oliandolo iberico con ammirazione, alle volte persino con invidia.

La recente crisi dei prezzi, che attanaglia loro ben più del nostro Paese, ha permesso di farci intuire che la Spagna non è poi il paese di bengodi e che, probabilmente, la strategia di fare dell'olio extra vergine d'oliva una commodity si è rivelata un boomerang.

In un mondo globalizzato ci sarà sempre qualcun altro che riuscirà a produrre a costi inferiori, così rubando scena e mercato.

Oggi scopriamo che anche l'unità d'intenti e la sinergia fra le varie anime del comparto oliandolo, che tanto ha avvantaggiato Madrid nelle trattative con Bruxelles, in realtà è tutt'altro che monolitica.

Agustin Rodriguez, segretario generale di UPA-Andalusia e tesoriere dell'Interprofessione, ha presentato le sue dimissioni da quest'ultimo incarico in polemica con il presidente Pedro Barato, reo di procedere in maniera troppo autonoma e di non aver rispettato i patti sulla spartizione delle poltrone.

Beghe politiche e di rappresentanza che ben conosciamo anche in Italia. Niente di nuovo sotto il sole, se non fosse che, almeno in apparenza, un tale modo di procedere non apparteneva all'evoluto settore oliandolo spagnolo.

Si tratta di un'incrinatura o di una spaccatura? E' troppo presto per capire se il monolita spagnolo è destinato a frantumarsi in mille pezzetti, Italia docet, oppure se vi sarà una ricomposizione. La situazione è in evoluzione ma deve indurre a qualche riflessione, valida anche per il nostro Paese.

Quando le cose vanno bene, tutti sono pacifici e contenti, se la situazione comincia a prendere una brutta piega, ognuno è infelice e arrabbiato a modo suo.

In altre parole, finchè la torta era ricca e abbondante, e le fette venivano ripartire con generosità, erano solo festeggiamenti e brindisi. Ora che la torta si è drammaticamente ristretta, cambia la musica ed è una lotta all'ultima briciola.

Non è però il caso di ridere sulle disgrazie altrui, anche perchè un indebolimento della Spagna oliandola, almeno a livello politico, non necessariamente si tramuterà in un rafforzamento della posizione italiana.

Senza un Paese leader, fino ad oggi è stata indiscutibilmente la Spagna, capace di sbattere i pugni sul tavolo a Bruxelles che ne sarà delle politiche di settore? Chi riuscirà a imporsi con l'apparato burocratico, questo sì un vero monolita, che alberga a Bruxelles?

La Grecia con un piede fuori dall'euro? L'Italia dei guelfi e ghibellini?

Un sospetto e un presagio: se il vuoto di potere fosse riempito da poche e forti lobby?

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