La voce dell'agronomo

FITOFARMACI, SPUNTANO POLEMICHE E NUOVE REGOLE. UNA RIVOLUZIONE IN ARRIVO?

Prezzi alle stelle che vanno ad incidere sensibilmente sui costi di produzione. Secondo Nicola Marmo “è necessaria la trasparenza del settore e l'etichettatura del prezzo e della molecola base del prodotto”. Intanto in Sicilia i presidi sanitari si acquistano solo con ricetta, firmata da un agronomo o un agrotecnico

05 marzo 2005 | Alberto Grimelli

La voce “acquisto fitofarmaci” sta aumentando sempre più nel bilancio di ogni azienda agricola, un incremento che va di pari passo con quello dei concimi.
Certo i progressi della scienza e gli studi vanno anche pagati. Le ditte produttrici sostengono notevoli spese per la ricerca, prima di cominciare a guadagnare devono investire milioni di euro per testare nuove molecole o miscele e valutarne l’efficacia, la selettività e la tossicità. Che, quindi, certi nuovi preparati costino moltissimo non deve stupire.
Sorprende invece la facilità con cui alcune dite cambino la grafica dell’etichetta o il nome commerciale del prodotto raddoppiando il prezzo di vendita. Un’operazione della cui moralità non si può dubitare.

“I problemi legati al prezzo di questo tipo di prodotti limitano la competitività delle aziende agricole. Mi viene segnalato - ha scritto il pugliese Marmo, assessore regionale all’agricoltura - che il prezzo di tali preparati commerciali in Italia è sostanzialmente diverso da zona a zona e questo determina una disparità di trattamento per le varie aziende agricole, in rapporto alla loro diversa ubicazione. I prezzi variano anche fra le nazioni europee e talvolta fra le diverse fitofarmacie di una stessa città. Inoltre, in molti casi, i prezzi risultano eccessivi e i relativi costi diventano insostenibili per le aziende. L'argomento merita un serio approfondimento in sede ministeriale e successivamente un confronto con il settore.”

La Sicilia intanto ha inserito in finanziaria 2005 una norma che vieta la vendita di fitofarmaci senza ricetta, scritta e timbrata da un agronomo o da un agritecnico.
Una legge che vuole tutelare sia l’ambiente, limitando all’indispensabile l’uso di presidi sanitari, sia il consumatore che sarà maggiormente tutelato.
Resta un dubbio, quanto graverà sulle tasche degli agricoltori questa nuova norma? Poco, anche se non proprio nulla, visto che pare che il regolamento attuativo prevede un ticket fisso di 2 euro per ricetta.

Sono segnali di un rinnovato interesse sul fronte fitofarmaci da parte delle amministrazioni pubbliche.
L’ultima volta che emersero simili fermenti ed irrequietezze, la classificazione dei presidi sanitari subì una riforma e ancor prima si istituì il patentino.
Cosa ci aspetta nel prossimo futuro? Sarà una rivoluzione o, secondo una consuetudine tipicamente italiana, cambierà tutto affinchè nulla cambi in realtà?

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