La voce dell'agronomo

IL VALORE DELL’INFORMAZIONE, IL VALORE DEL RICORDO

La memoria rappresenta un formidabile strumento. Immagazzinare nella propria mente dati ed esperienze implica il potervi attingere nei momenti di bisogno, significa anche non cadere in errori già commessi da altri. Frenesia e tecnologia ci portano a sottovalutare questo mezzo, nato con l’uomo

29 gennaio 2005 | Alberto Grimelli

L’informazione fa potere.
Una frase, quasi un motto, utilizzato nelle più svariate circostanze. Purtroppo la continua ed ininterrotta ripetizione di questo messaggio ne ha ridotto via via l’efficacia.
È diventato un concetto così diffuso da essere considerato banale e pertanto trascurabile.
Siamo inoltre stati tanto intontiti dalle numerose polemiche sul pericolo della concentrazione dei mass media nelle mani di un'oligarchia da identificare informazione e mezzi che servono per divulgarla.
Una confusione che ha ripercussioni estremamente negative sul nostro approccio a dati, nozioni, esperienze con cui veniamo a contatto nel quotidiano. Sempre più esiste la percezione che l'informazione non sia di proprietà di ciascun individuo ma che sia invece esclusivo appannagio dei mass media.
Se è vero che il compito dei mezzi di comunicazione è proprio ricercare l'informazione o la notizia, verificarla, gestirla e quindi diffonderla è altrettanto vero che spetta al fruitore valutarla, usarla ed archiviarla.
Accade spesso invece che il lettore/ascoltatore/telespettatore tenda a delegare anche queste elementari, quanto fondamentali, prerogative.
Quante volte si sente ripetere la frase "l'ho sentito alla TV" quasi che le informazioni trasmesse via etere siano delle verità consacrate?
È come se l'ennesimo referendum avesse abrogato lo spirito critico, come se valutare qualità e veridicità delle affermazioni divulgate dai mass media sia solo un'inutile fatica.
Si trascura altresì l'importanza dell'archiviazione della notizia, anche nel modo più elementare ed arcaico, ovvero tra i propri ricordi.
Eppure fu proprio la nostra capacità di immagazzinare nella mente dati e nozioni che ha permesso alla nostra specie di crescere ed evolvere.
Certo, le attuali tecnologie permettono di archiviare una mole di informazioni enorme e di renderla disponibile facilmente e in poco tempo.
Certo, memorizzare tutto lo scibile umano è un'impresa che supera le capacità di cui disponiamo.
Queste, tuttavia, non sono buone ragioni per rinunciare a immagazzinare nella mente quanto ci colpisce, ci incuriosisce, quanto potrebbe risultarci utile.
Non sempre ed ovunque possiamo avere a disposizione libri, riviste e banche dati da consultare, La velocità richiesta da certe decisioni non consente ricerche approfondite e accurate. A cosa aggrapparsi allora se non ai propri ricordi, nonchè alla propria capacità di analisi ed elaborazione?
Esercitare queste attitudini tutti i giorni richiede qualche sforzo e un po' di impegno, ma quanto perderemmo, della nostra stessa essenza di esseri umani, se non lo facessimo?

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