La voce dell'agronomo

AGRONOMI. BASTA RANCORI E RISENTIMENTI. È ORA DI PENSARE AL FUTURO

Con una sentenza si chiude la triste vicenda che ha portato al commissariamento. Ora è necessario riparare al notevole danno d’immagine subito dalla categoria. Recuperare unità all’interno e la fiducia dell'opinione pubblica deve diventare una priorità

22 gennaio 2005 | Alberto Grimelli

In due lettere, giunte a distanza di pochi giorni, mi è stata comunicata la condanna della Porazzini ad opera del gip di Roma. L'una proveniva dal Dott. Costagliola, consigliere del Conaf e parte in causa nel processo, l'altra da fonte anonima.
Ho trovato francamente strano, per non dire sconcertante, che un collega, tale si definiva nella e-mail, abbia deciso di non firmarsi. Perchè nascondersi dietro a uno pseudonimo di fantasia? Perchè non assumersi la responsabilità delle proprie parole?
Credo in un dialogo aperto, franco e leale. Su questi principi si fonda anche la politica editoriale di Teatro Naturale, non vi avrei entusiasticamente aderito altrimenti.
Ma veniamo ai fatti.
La Dott.ssa Porazzini è stata condannata per aver operato delle aggiunte a un verbale del Consiglio nazionale. Nessuno è al di sopra della legge. Modificando le delibere del Conaf, come accertato dal gip di Roma (si tratta quindi solo di una sentenza di primo grado contro la quale la Dott.ssa Porazzini può ricorrere in appello), la ex Presidente ha commesso un reato ed è stata punita.
Questa vicenda processuale sarebbe probabilmente rimasta circoscritta all’interno dell’Ordine, se non fosse che ha dato adito al Ministero della Giustizia, nella persona del sottosegretario Vietti, di commissariare il Consiglio nazionale. Un atto grave che, l’ho sottolineato più volte, mina la credibilità e l’autorevolezza del Conaf e con esso di tutti gli agronomi. Un danno d’immagine senza precedenti per una categoria che non ha mai acquisito, presso l’opinione pubblica, quella fiducia e considerazione di cui godono altre professioni.
L’Ordine, infatti, dispone di tutti gli strumenti disciplinari per procedere contro un proprio iscritto che violi le regole, l’intervento di un’autorità esterna implicitamente riconosce l’immaturità e l’incapacità di autogovernarsi da parte degli agronomi.
Il danno è stato fatto, inutile, anzi nocivo, guardare al passato.
Il nuovo Conaf si è formalmente insediato, è ora di pensare al futuro.
Spetta ai nuovi vertici nazionali delineare strategie e progetti ma serve unità.
Le divisioni, le recriminazioni, le acredini che sono maturate nel corso degli ultimi mesi vanno lasciate alle spalle.
Occorre voltare pagina.
Occorre ritrovare coesione.
Occorre superare interessi particolari e personali.
È necessario recuperare il tempo perduto.

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