La voce dei lettori
Una proposta spiazzante: perché non organizzare un incontro conoscitivo?
Ci scrive il produttore olivicolo Mauro Monaco, per spezzare una lancia a favore di Silvano Ferri, presidente Federdop
12 giugno 2010 | T N
Grande Direttore,
rinnovo, come sempre, i complimenti per il grande servizio che ci offrite.
Le scrivo queste poche righe, per esprimere il mio pensiero in merito all'articolo "Una proposta spiazzante.." (link esterno).
Mi presento, sono Mauro Monaco un produttore olivicolo di Tortoreto (TE) associato Aiprol. Lei ha detto delle cose sacrosante, ha fatto delle constatazioni che gli addetti ai lavori conoscono alla perfezione, ma nessuno ha mai il coraggio di farle presenti e denunciarle.
Voglio spezzare una lancia a favore di Silvano Ferri (presidente Federdop) non per spirito campalinistico in quanto mio stesso conterraneo, ma perchè ho avuto la fortuna di conoscerlo e di notare la passione e l'impegno con cui svolge l'incarico conferitogli.
Non me ne voglia il Dott. Bruzzo, sicuramente persona capace ed intelligente ma il sanguigno Ferri, sicuramente a parer mio sta dando molto per il settore dell'olio.
Le faccio una proposta spiazzante... perchè non organizzare un'incontro? così avrete modo di conoscervi.
Noi produttori abbiamo bisogno di persone comer Voi che ci spronano e danno la carica per andare avanti in un periodo alquanto buio.
La saluto con stima e ammirazione
Mauro Monaco
Grande Produttore,
tutte le proposte, che siano spiazzanti o meno, io le accolgo con grande piacere. Sono nato con un'apertura mentale e uno spirito vocato al confronto e non sarò certo io a mancare le occasioni di incontro.
Da parte del presidente di FederDop Silvano Ferri non ho mai avuto segnali. Solo un comune amico me ne ha parlato, ma poi non si è fatto nulla.
Con Ferri ci siamo visti a Verona, all'ultima edizione del Sol, solo una stretta di mano, ma null'altro. Saluti di cortesia. Peccato, sarebbe stato utile uno scambio di idee. Non c'è stato.
Lei proprone un incontro, io le dico: perché no?
Anzi, perché non lo si è fatto prima.
La mia proposta spiazzante ha però un senso, non è stata una provocazione fine a se stessa, che di provocazioni tanto per provocare di questi tempi non se ne ha proprio bisogno.
Il problema è che la gestione delle Dop dell'olio in Italia non è mai stata serena: basta vedere il peso, quasi nullo, delle denominazioni di origine.
Non crede si debba far qualcosa?
La evidente sudditanza di FederDop nei confronti di Unaprol non le sembra qualcosa di disdicevole?
Capisco che possano esserci rapporti di buon vicinato, ma che Unaprol faccia le veci di FederDop mi sembra un tantino discutibile.
Il dubbio su chi prenda effettivamente le decisioni per conto e a nome della federazione dei consorzi di tutela mi sembra più che legittimo. Molte iniziative recano la chiara impronta di Unaprol. Per carità , Unaprol resta una grande risorsa per il Paese, ma che Unaprol debba essere l'unica voce di questo Paese mi sembra davvero eccessivo. La pluralità è un valore e va sempre favorita, altrimenti non c'è storia e nemmeno futuro.
Per carità , nulla di illecito nel legame tra Unaprol e FederDop, ma, sa, io per natura e vocazione cammino con le mie gambe, ragiono con la mia testa e agisco senza dover sentire nessuno, in piena autonomia. Le pare poco?
Lei dice, giustamente: "perché non vi incontrate?".
E io, altrettanto giustamente, le rispondo: "perché il telefono non squilla?". Le pare?
Riguardo all'ex presidente del Consorzio Dop Riviera Ligure Francesco Bruzzo: per lui parlano i successi che ha conseguito.
Forse non le piace Bruzzo perché è del Nord? Beh, allora le dico con grande confidenza, che è proprio il comportamento virtuoso di chi opera fattivamente nel centro Nord a salvare, per quanto possibile, le sorti dell'olivicoltura italiana.
Mi creda: sono nato nel Sud e diffido della gente del Sud che ha gestito finora l'olivicoltura: potrei individuare solo poche persone, tra i tanti che se ne occupano o se ne sono occupate. Al Sud chi ha gestito l'olivicoltura è moralmente responsabile del declino dell'olivicoltura italiana.
La gestine è stata fin troppoo allegra. E se vogliamo davvero il bene dell'olivicoltura, dobbiamo avere il buon senso di riconoscere ciò che è un dato di fatto. Anzi la cosa mi stimola un po' e potrei fare mente locale e citare le persone che meritano ampia fiducia. Ma sarebbe bene che lo facessero i produttori olivicoli e i frantoiani: che dicano loro chi si è comportato finora bene e chi no. Sarei curioso di conoscere nomi e cognomi e avere la mappatura delle persone su cui poter fare affidamento.
Io mi muovo da anni nel mondo olivicolo e così, su due piedi, francamente faccio un po' fatica a individuare alcune figure più rappresentative e meritevoli di attenzione e di stima.
Il fatto è che nessuno tra gli olivicoltori ha coraggio a sufficienza per dire pane al pane e olio all'olio. E' più comodo lamentarsi, lagnarsi, piangere miseria, piuttosto che agire. Le pare?
Luigi Caricato
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