La voce dei lettori

Nuovi sentori negli oli di oliva? Altamente improbabili in natura

Ci scrive Roberto Pierantoni, dell'Icqrf di Ancona: c'è da chiedersi se sia giusto presentare in concorso extra vergini prodotti in quantità irrisorie

01 maggio 2010 | T N

Salve, vorrei intervenire a proposito dei nuovi sentori negli oli di oliva.
Sono assaggiatore dal 1991 ho partecipato alle prime fasi della sperimentazione del Coi per la formazione di panel di assaggio e il nostro (quello di Perugia) è stato fra i primi ad ottenere il riconoscimento, ma a parte questo che serve giusto a presentarmi, vorrei dire che ultimamente questi sentori di frutti di bosco, basilico, rosmarino e varie erbe aromatiche, specialmente nei concorsi è cosa assai comune, ma a mio avviso spesso fraudolenta.

Nei vari concorsi a cui ho partecipato come assaggiatore ho sempre penalizzato questi oli troppo caratterizzati, perchè per esperienza diretta, avendo fatto varie sperimentazioni su quasi tutte le varietà di olive presenti sul territorio nazionale, estraendo l'olio a vari stadi di maturazione e con diverse tecniche di estrazione, non mi è mai accaduto di trovare certe sensazioni gustative. Quindi a parte sensazioni soggettive e dettate a volte da suggestioni personali che a volte diventano generali se diffuse ad arte nel panel, oli extra vergini di oliva con sentori di erbe aromatiche o frutti di bosco sono altamente improbabili in natura.

Mi è capitato di assaggiare una mignola che aveva sentori di frutti di bosco, ma a detta del frantoiano era più un caso che il frutto di una scelta. Oltre a ciò mi chiedo, è giusto presentare a concorso oli extra vergini di oliva prodotti in quantità irrisorie, tipo 50 litri e a volte anche meno? Che valenza di mercato possono avere tali quantità e perchè confrontare certi oli con altri che rappresentano produzioni di centinaia di quintali?

A mio avviso si dovrebbe effettuare una differenziazione molto netta fra piccole e grandi produzioni, che non possono essere confrontate alla pari.
E' facile produrre un ottimo olio selezionando un quintale di olive, molto più difficoltoso è produrre un olio altrettanto valido in quantità significative.
Vorrei essere molto più esaustivo, ma non credo sia questo messaggio la sede per esserlo.
Vi ringrazio per l'attenzione,

Roberto Pierantoni
ICQRF - Ancona

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