La voce dei lettori

Acidi grassi trans e margarine

Interviene Claudio Ranzani di Assitol, in merito a una nota dell'Unione nazionale consumatori riportata da Teatro Naturale: nel nostro paese il consumo di trans è sempre stato molto basso

27 febbraio 2010 | T N

Caro Direttore,
leggo sull’ultimo numero di Teatro Naturale un articolo sugli acidi grassi trans, che cita come fonte l’Unione nazionale consumatori (link esterno) e, considerando l’ampia diffusione del Suo periodico non posso fare a meno di trasmettere questa lettera di chiarimento.

Non mi soffermo sulle numerose imprecisioni tecniche dell’articolo, anche per evitare che qualche lettore mi conti le parole, e mi concentrerò su pochi aspetti essenziali.

Utilizzare un grasso solido al posto di un olio liquido potrà non avere senso dal punto di vista alimentare (io direi nutrizionale, ma non vanno dimenticati molti grassi solidi in commercio a forte valenza salutistica), ma ha molto senso da quello gastronomico: se l’autore non ci crede provi a fare una pasta sfoglia con l’olio o confronti se il gusto di “pane, burro e marmellata” è uguale a quello di “pane, olio e marmellata” !

Ciò premesso, è vero che i trans si formano per effetto dell’idrogenazione: si trovano infatti in tutti i grassi sottoposti all’idrogenazione “naturale” che avviene nel rumine dei ruminanti e negli oli e nei grassi parzialmente idrogenati a livello industriale.

Ciò premesso, non mi risulta che le nostre imprese abbiano mai messo in commercio oli per frittura parzialmente idrogenati ed il consumo di grassi solidi in Italia è molto piccolo, rispetto a quello degli oli liquidi; ne consegue che nel nostro paese il consumo di trans è sempre stato molto basso e comunque è già parecchio inferiore agli obiettivi che l’Organizzazione mondiale della sanità ha indicato e che non vengono raggiunti invece in altri paesi.

Tuttavia, poiché anche le situazioni positive lasciano spazio al miglioramento, da vari decenni la margarina da tavola venduta in Italia dai nostri associati non contiene grassi parzialmente idrogenati e perciò, come gli oli, non contiene trans.

Lo stesso si può dire per la maggior parte delle margarine per uso industriale ed anche le altre devono rispettare un codice di condotta concordato a livello europeo, che prevede livelli massimi di trans estremamente ridotti, inferiori a quelli medi dei grassi lattieri.

In questa situazione, consapevoli che quello dei trans non è un problema italiano, assistiamo con animo disteso alla baruffa che si è aperta a Bruxelles tra chi vorrebbe rendere obbligatoria l’indicazione in etichetta del contenuto di trans e chi, invece, vorrebbe esentarne i trans “naturali” dei grassi animali.

Spero di aver in tal modo fatto chiarezza sul perché i trans non si vedono in etichetta.

Con i migliori saluti.

Claudio Ranzani
Direttore generale Assitol


La ringrazio per la puntualizzazione. L'argomento acidi grassi trans, si sa, è piuttosto insidioso. E' materia scottante, soprattutto all'estero, dove compaiono libri che mettono in guardia i consumatori. Si potrebbe fare chiarezza con un convegno, non sarebbe una cattiva idea.
L'Unione nazionale consumatori, con la nota a firma di Emanuele Piccari, ha espresso una questione cruciale, legata al'etichettatura, che non può essere sottovalutata.

L. C.

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