La voce dei lettori

Gli oli Dop? Solo uno specchietto per le allodole

Accorato appello ai Consorzi di tutela, con una dura denuncia del presidente del Consorzio Dop Riviera Ligure, Francesco Bruzzo: ci si serve delle Dop per trainare l'olio italiano. E' bene dissociarsi da questa filosofia ingannevole e pericolosa

16 gennaio 2010 | T N



Egr. dr. Caricato,

sfogliando la rassegna stampa che giornalmente mi arriva sulle principali notizie liguri di settore, mi sono imbattuto nell’articolo del "Sole 24 Ore" dell’ 8 gennaio 2010: "Bollino verità per gli oli Dop", il cui contenuto mi lascia molto perplesso (link esterno)

Se la produzione di olio Dop “strappata” in questi anni all’indifferenza o peggio alla guerra (prima degli industriali e poi dello stesse organizzazioni agricole, madri-matrigne di un populismo becero che ritarda spesso i processi di crescita del settore per dar ragione a tutti e nessuno) deve servire da “specchietto per le allodole” e trainare l’olio italiano (bollino verità) vi è il rischio di affossare il lavoro fatto dai pionieri della qualità e della tracciabilità garantita dalle Denominazione di Origine Protette.

In questo caso, al contrario di molti ex colleghi dell’Unaprol, mi dissocio da questo genere di filosofia ingannevole e pericolosa e mi farebbe piacere che anche altri presidenti di Consorzi di Tutela, avessero il coraggio di farlo.

Grazie per l’attenzione e per tutto ciò che puntualmente comunica della nostra terra e del nostro olio naturalmente.

Con viva cordialità

Francesco Bruzzo
Presidente Consorzio di tutela Dop Riviera Ligure
link esterno



Sì, effettivamente ci vuole coraggio per cambiare volto alla realtà.
Mi auguro che tutti i presidenti dei Consorzi di tutela delle Dop reagiscano con fermezza, facendosi avanti in prima persona e dimostrando di essere all'altezza del loro compito.

Sulle Dop si è troppo speculato, ed è giunta invece l'ora di fare chiarezza e imporre un cambiamento, con un netto segnale di svolta e discontinuità. Occorre rendere onore e merito al lavoro svolto e non vanificare l'impegno dei tanti pionieri (solitari) della qualità e della tracciabilità garantita dalle Denominazione di origine protetta.

Il populismo becero ha messo purtroppo in ginocchio un Paese, ma io direi anche la stessa incapacità di agire, la mancanza di professionalità e di un'etica hanno di fatto contribuito a far arretrare un comparto oleario italiano oramai alle corde.

Ora, la domanda da porsi, con tutta franchezza, è la seguente: il suo accorato appello sarà preso in considerazione dagli altri presidenti di Consorzi di tutela?
Avranno il coraggio di esporsi?
Sono davvero personalità libere di agire e pensare?

E' questo il mio grande dubbio. Aspettarsi qualcosa da chi spesso soprassiede per non esporsi, o, peggio ancora, per pigrizia intellettuale.

"Teatro Naturale" si fa portavoce della sua denuncia e sprona, non solo i presidenti dei Consorzi, ma anche l'intero comparto, nella speranza che si possa presto voltare pagina, con nuove forze in campo.

Luigi Caricato

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