La voce dei lettori

Epap: consulenti, compensi e rimborsi spese

“Siamo in presenza di una casta autoreferenziale che cerca in tutti i modi di mantenere il proprio privilegio” ci scrive una lettrice. Attenzione però a non confondere due diversi enti: Ordine e Ente previdenziale

28 novembre 2009 | T N

Caro collega,
ti ringrazio per l'articolo sull'Epap.
Concordo pienamente su tutto.
Due anni fa circa mi cimentai in una campagna informativa fra gli iscritti all'ordine (con email ai provinciali e ai conoscenti) sui risultati dei bilanci del 2006, attirando l'attenzione sui compensi per i componenti degli organi istituzionali, che ammontavano se non sbaglio a € 600.000-800.000, che si aggiungevano ai costi degli stipendi dei dipendenti e dei vari consulenti. Dopo questa iniziativa fui raggiunta telefonicamente da alcuni dell'Epap che tentarono di giustificarsi dicendo che lavoravano molto per l'ente e per il bene degli iscritti ..... e che però le campagne moralizzatrici per evitare gli aumenti dei compensi, portate avanti da qualche sparuto consigliere, erano state ostacolate e cassate dai più.
In fondo loro vanno quasi tutte le settimane per un giorno a Roma per una cifra che si aggira sui 45.000 euro/anno (lordo? netto?). Poverini !!! Come non possiamo capirli!?
In occasione di un convegno nazionale dell’Epap, che si è svolto nella mia provincia (MC), ho anche conosciuto di persona uno di questi consiglieri che mi ha informato della sorte dei nostri soldi investiti in titoli Lehman brothers (11 milioni di euro ........mi pare ma non sono sicura) andati in default.
A questo punto ho deciso di non pensarci più per non disperarmi ulteriormente.
E' chiaro che, anche in questo caso, siamo in presenza di una casta autoreferenziale che cerca in tutti i modi di mantenere il proprio privilegio.
Alla domanda " come mai questo numero elevato di componenti ? e di organi? E’ stato risposto "la legge di istituzione della cassa è stata fatta quando gli iscritti erano pochi e per costituire un organismo funzionale bisognava stabilire una certa percentuale. Negli anni gli iscritti sono decuplicati e quindi di conseguenza anche il numero dei componenti".
Chi mai si sognerebbe ora dal di dentro dell'ente di condurre una campagna per modificare il decreto in modo da diminuire gli organi istituzionali e il numero dei consiglieri?
Altro dato che ci fa rendere conto degli interessi che stanno dietro all'ente.
Su un invio di circa una sessantina di email inviate a tutti gli ordini provinciali,mi hanno risposto solo in due o tre....è chiaro quindi che fra loro non si pestano i piedi.
Ti ringrazio dell'articolo e ti invio cordiali saluti.

Patrizia Sagretti

Gentile Patrizia,
prima di tutto ti ringrazio per i complimenti ma il mio è stato solo un doveroso atto di informazione per tutti i colleghi. Prima di cimentarmi nella redazione del pezzo ho dovuto scaricare il legittimo furore che mi aveva pervaso dopo la lettura dell’articolo di Ignazio Marino su Italia Oggi. I toni sarebbero stati certamente più accesi e polemici se l’avessi scritto “a caldo” ma probabilmente non avrei svolto fino in fondo il mio compito informativo.
Comprendo quindi assai bene la tua frustrazione e non posso che concordare che la gestione del nostro ente previdenziale sia stata troppo allegra e spensierata, producendo però risultati disastrosi, che nessuna difesa d’ufficio potrà mai risanare.
Attenzione però a non confondere due diversi enti: Ordine e l’Epap.
Il primo rappresenta tutti gli iscritti, siano liberi professionisti, dipendenti privati e pubblici, pensionati. Si tratta della rappresentanza di un’intera categoria professionale, delle sue competenze e del suo ruolo nella società e nell’economia italiana ed europea.
Il secondo è l’ente previdenziale autonomo dei liberi professionisti appartenenti agli albi degli agronomi e forestali, dei geologi e degli attuari. Non ha quindi compiti rappresentativi ma dovrebbe solo gestire i nostri soldi con accortezza per garantirci pensioni e prestazioni assistenziali adeguate.
Talvolta vicinanze pericolose e strane contiguità tra questi due enti hanno alimentato sospetti di travasi “automatici” tra organi ordinistici e Epap, e viceversa, nutrendo i sospetti di autoreferenzialità e di una reciprocità di interessi che è dannosa tanto per l’Ordine quanto per l’Ente previdenziale.
Vero è, come amo citare, che “a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca”. Non vorrei tuttavia che tale atteggiamento porti a un allontanamento e a una disaffezione degli iscritti verso l’Ordine e l’Epap. Sarebbe controproducente e masochistico. Meglio una vigilanza attiva, attenzione, critica e denuncia. Infine il voto per eleggere chi sentiamo ci rappresenti meglio sia all’Epap sia nei Consigli degli Ordini provinciali, e naturalmente mandare a casa, prontamente e senza passare dal via, chi ha svolto male il proprio compito.
Buon lavoro a te

Alberto Grimelli

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