La voce dei lettori

Il vino non fa male, troppa disinformazione

02 settembre 2009 | T N

Chi considera ubriaco un cittadino che ha bevuto un bicchiere di vino a cena pecca di proibizionismo e fallisce il bersaglio. Lo afferma il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Luca Zaia, replicando al direttore dell'Osservatorio nazionale Alcol dell'Iss, Emanuele Scafato, che considera già un rischio per la sicurezza stradale bere due bicchieri di vino.

Inoltre Zaia spiega che “bisogna finirla di considerare ubriaco chi beve due bicchieri: è in atto una criminalizzazione del vino che non ha senso alcuno e che sta uccidendo uno dei comparti più pregiati del made in Italy”. Del resto, aggiunge il ministro, “la scienza ci dice anche che un moderato consumo di vino ha effetti benefici sul cuore e sul sistema cardiovascolare”.

Secondo il Ministro, è poi necessario agire su più fronti, rifuggendo dalla comoda scappatoia della criminalizzazione indistinta e a tutti i costi. I giovani, e non soltanto loro, non si limitano a bere, ma usano farmaci, droghe, leggere e pesanti. Quante morti sono causate da questo genere di abusi? Quante dalla distrazione? Quante, ancora, sono legate all'inesperienza di guida?

A mio parere Zaia fa bene ad evidenziare la differenza tra uso corretto del vino ed abuso. I fautori del proibizionismo non sanno distinguere tra consumo consapevole e l'abuso. Del resto anche famosi medici affermano che due bicchieri di vino in un soggetto sano e bevuti durante un normale pasto difficilmente superano lo 0,5. E, invece di colpevolizzare il vino in astratto, sarebbe opportuno promuovere una cultura del bere non solo responsabile ma intelligente.

Mario Pulimanti
Lido di Ostia –Roma

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